E' sembrato di rivedere Inghilterra-Italia dello scorso ottobre. E' successo di nuovo. Al secondo crash test della gestione Spalletti la nostra Nazionale ritrova, purtroppo, i dubbi e le perplessità di otto mesi fa. Quando l'intensità della partita aumenta l'Italia non riesce più a essere lucida, prende male le misure in transizione e si consegna agli avversari. Il campo nella sua sentenza è stato più netto del risultato, ha spiegato che la Spagna è oggi di un altro livello, è ciò che Luciano Spalletti vorrebbe vedere dalla sua Italia.

Però per arrivare a quel livello lì non è solo un problema di vestito, di riconoscibilità da allenare giorno dopo giorno. E' anche questione di brillantezza, soprattutto di qualità tecniche sopraffine che agli spagnoli di certo non mancano mentre a noi un po' sì. Fatichiamo (e sbagliamo) quando c'è da esibirle in una frazione di secondo.

Ieri sera l'Italia ha deciso di sfidare la Spagna nel suo campo di battaglia migliore ed è stata impallinata. Le Furie Rosse hanno tirato venti volte, colpito una traversa, chiamato al miracolo Donnarumma in cinque circostanze e, più in generale, costruito più del doppio degli attacchi degli azzurri che solo nel finale (il primo corner dell'Italia è arrivato all'86esimo) si sono affacciati dalle parti di Unai Simon. Tutto ha fatto la differenza a favore della squadra di de la Fuente. Da un lato le imbucate di Fabian, la velocità di Nico Williams, l'imprevedibilità di Yamal, i movimenti di Morata, la personalità di Rodri e il furore di Cucurella, dall'altro il nulla. Sono qualità che in parte non abbiamo e in parte non siamo riusciti a mostrare.

E' stata una lezione di calcio. Chiara, significativa, ma che non porterà a un cambio di registro. "Io devo riuscire a far capire l'importanza di fare la partita ad armi pari, perché tanto se ti metti lì alla lunga la perdi e poi devi ribaltare il concetto di squadra - ha detto ieri Luciano Spalletti in conferenza stampa -. Devi fare una squadra di corsa che non palleggia ma questo non è un calcio che mi piace fare, mi rimane difficile anche insegnarlo, per fare quello sono la persona meno adatta. Dobbiamo rigiocare la palla come fatto nelle ultime due partite e tentare di prenderlo noi il pallino in mano. E' l'unico modo". Sicuro?

Sezione: Interviste / Data: Ven 21 giugno 2024 alle 13:45
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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