Il conclave è iniziato. C’è un allenatore da eleggere in un trono ingombrante e c’è una squadra da concepire dopo una salvezza provvidenziale. Il Cagliari è nelle mani del direttivo guidato da Tommaso Giulini e sarà dalle stanze della dirigenza che verrà fuori il progetto del quale l’allenatore farà parte. Con un ruolo certamente cucito addosso, senza deleghe fuori dal campo, ciascuno con un proprio carico di lavoro. La voce del nuovo tecnico sul mercato non potrà certo stravolgere la linea editoriale: conservare il possibile, tagliare i rami secchi, innaffiare con nuovi giovani. Nella rosa ci sarà spazio solo per pochi ruoli e dovranno essere nodi fondamentali vista la tanta gioventù o l’età avanzata di chi è in odore di conferma. Un secondo portiere che possa fare anche il primo all’occorrenza, due difensori centrali se parte Yerry Mina, un esterno a sinistra che sappia difendere, un attaccante che si nutra di gol. Sembra essere il minimo indispensabile, anche con il pensiero che dalla Primavera o dai ritorni ci possano essere delle promozioni.

Il profilo dell’allenatore giusto nasce dallo schizzo appena tracciato. Per esclusione dovrà essere uno di quelli che lavora con il materiale che gli passa il convento, che non diffidi degli sconosciuti, che sappia formare oltre che allenare. Un bell’impegno se sommato alla capacità che dovrà mostrare nel proporsi ad un popolo di tifosi che già vive il presente con nostalgia. Per lui saranno più importanti i risultati delle conferenze stampa, il prodotto del lavoro più del palmares. Dovrà essere un coraggioso. Come Ranieri, 36 anni fa. Non partirà però dalla C, dalle evidenti macerie. Partirà dalla A, da ricchezze forse fittizie. Serve un personaggio di personalità, un riferimento per il gruppo, un uomo di azienda che non faccia solo il dipendente.

La responsabilità è grossa. Mettergli a disposizione un auto che sia in grado di spuntare, di fare bene i primi giri, di essere fatta crescere gradualmente. Se non ci si vorrà trovare appiedati a metà strada. Sarà la società la protagonista principale. La stessa che ha ceduto responsabilmente la scena a Claudio Ranieri. Ora deve riprendere in mano la situazione e far capire che c’era del suo anche nel recente passato. Sperando che il pubblico soffi alle spalle. Dia il tempo. Perché questo avvenga è necessario essere chiari, sinceri, senza maschere. Patti chiari e amicizia lunga. Da subito. Senza far edificare il dubbio nel silenzio. Occupando quello spazio, largo, molto largo, che ha lasciato Ranieri. Per certi versi, pericoloso. Laddove non c’è niente, non c’è controllo, nascono le discariche. Non facciamo gettare da nessuno i rifiuti. Curiamo ogni angolo di una società luminosa che ha bisogno di alimentare il forte sentimento di un isola che ha paura di nuovi digiuni.

Sezione: Le Altre di A / Data: Mar 04 giugno 2024 alle 12:00
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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