Dicono che, prima o poi, il cerchio si chiude. Nella vita come nello sport, ci sono situazioni che magari non ti aspetti, ma che alla resa dei conti suonano davvero come la massima espressione del destino. Coincidenze, le chiama qualcuno. Incidenze, le definisce qualcun altro. Nel senso che mentre passi un momento con i riflettori spenti, improvvisamente succede qualcosa che incide sulla tua vita e ti riporta dove, per anni, sei abituato a stare: in mezzo al campo. Dentro uno spogliatoio.

Massimo Mutarelli ha vissuto più o meno tutto questo nel recentissimo passato. Da svincolato, ha aspettato una nuova occasione e da Bergamo, dall'Atalanta, è arrivata quella chiamata che l'ha rimesso in pista. "In questi mesi mi sono allenato da solo, non ho aneddoti particolari da raccontare ma ci sono persone che mi hanno dato una mano che ho già avuto modo di ringraziare personalmente. Il lavoro mi ha permesso di presentarmi comunque in buona condizione alla chiamata della Dea, farlo da atleta e non ad esempio con dieci chili di sovrappeso è stato importantissimo e adesso si tratta solo di ritrovare il ritmo partita".

In tanti, dopo il tuo arrivo, si sono fatti la stessa domanda: cosa può dare Massimo Mutarelli a questa Atalanta?
"Posso dare al gruppo la mia massima disponibilità, credo che la società e il mister si aspettino proprio questo da me e sono pronto a rispondere presente. Recentemente ci sono stati approcci anche da parte di altre società, appena il mio agente mi ha prospettato la possibilità di tornare a Bergamo non ho esitato un attimo: credo che un minimo di riconoscenza verso la Società che mi ha fatto diventare calciatore sia giusta, con i dirigenti sono bastati pochi minuti per trovare qualsiasi tipo di accordo".

Già, l'Atalanta per te non è una novità...
"Ero molto giovane quando ho lasciato Bergamo, con sole 5 presenze nel mercato di Gennaio andai in prestito al Genoa e da quel momento è iniziato il mio percorso da calciatore. Appena rimesso piede a Zingonia ho ritrovato lo stesso ambiente che avevo lasciato. Qui c'è davvero un progetto serio, ogni gara vede la squadra combattere e l'obiettivo è quello di lanciare giocatori di livello".

Quattordici anni dopo, che effetto ti ha fatto rivivere l'ambiente orobico?
"Mi ha colpito il centro Bortolotti di Zingonia, rispetto alla mia prima esperienza è stato tutto rinnovato e oggi ci si può allenare con strutture di ottimo livello in cui non manca assolutamente nulla. Dal punto di vista personale sono rimasto piacevolmente impressionato dalla serietà e dalla chiarezza dei discorsi che mi sono stati fatti così come ero sicuro di trovare persone di grande livello come effettivamente è stato".

Hai rivisto qualcuno in particolare con piacere?
"Come tutti i ragazzi che lasciano Zingonia e poi tornano a casa, una delle persone che ho cercato per primo è stato mister Favini. Ha espresso nei miei confronti concetti importanti, mi ha fatto crescere dal punto di vista umano e professionale ed è stato bello rivederlo dopo aver fatto una discreta carriera".

Dentro lo spogliatoio, che Atalanta c'è?
"Ho vissuto lo spogliatoio dell'Atalanta con gente del calibro di Carrera, Sgrò, Ferron e lo stesso Fabio Gallo. In particolare, è stato bello rivederlo come allenatore della Primavera e in generale devo dire che sono stati punti di riferimento fondamentali. Oggi, come ieri, i giocatori più "anziani" devono fare da chioccia ai ragazzi, nel bene e nel male serve sempre il loro aiuto e anche oggi l'Atalanta può contare su gente di questo spessore".

Ultima domanda, facile facile: chi è il compagno che ti ha più impressionato?
"Un giocatore che mi ha stupito? Sarebbe facile dire Cigarini o Maxi Moralez. O ancora German Denis, le qualità le possono vedre tutti. Adesso che lo vivo da dentro però devo sottolineare il gruppo: c'è davvero grandissima coesione e credo che sia proprio questa la marcia in più dell'Atalanta".

Sezione: Altre news / Data: Dom 08 aprile 2012 alle 08:00 / Fonte: "Palla al CENTRO", Match Day Ufficiale Atalanta B.C.
Autore: Lorenzo Casalino
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