Siamo gocce di un passato, che non può più tornare”. La laziale Giorgia nella sua gocce di memoria descrive perfettamente il momento che sta vivendo ogni singolo tifoso laziale. L’addio di Ciro Immobile sancisce la fine di un’era e priva il popolo biancoceleste del più grande marcatore della storia laziale. I 207 gol realizzati dal centravanti nei suoi otto anni con l’aquila sul petto sono stati il simbolo di una nuova generazione. Quei tifosi laziali nati dopo il 2000 che per anni hanno ricercato una bandiera, un simbolo al quale aggrapparsi. Quel simbolo è arrivato a Roma il 27 luglio del 2016 da Siviglia presentandosi subito alla grande con un gol a Bergamo contro l’Atalanta. Da quel momento tante gioie, tanti momenti gloriosi e qualche basso, specialmente negli ultimi anni. Gli infortuni e un calo fisiologico non hanno però offuscato quella che è la storia realizzata da Ciro Immobile. L’annata dei record nel 2019-2020, il sogno Scudetto interrotto dalla pandemia e quella Scarpa d’Oro che lo ha portato sul tetto del mondo. Tutto con un popolo alle sue spalle, tutto ottenuto al fianco della gente laziale. Quel popolo descritto perfettamente dal ragazzo che ieri ha voluto salutare Immobile in quel di Fiumicino. “Ciro, posso abbracciarti?” una domanda che racchiude l’educazione e l’amore del tifoso laziale, e poi quelle lacrime sulla spalla del Re, del simbolo che è pronto per la sua nuova avveentura.
Una traccia indelebile
Non si possono riassumere in poche righe le tante emozioni condivise da Immobile con il mondo laziale. Dai gol nei derby alle pesantissime reti in Champions nell’ultima stagione, i quattro gol realizzati con Feyenoord, Celtic e Bayern Monaco. La Champions ha rappresentato il palcoscenico migliore per Immobile in stagione, quella Champions che è sempre stata il grande obiettivo della sua Lazio. Raggiunta nel 2020 in un’annata straordinaria, giocata poi senza pubblico e regalata nuovamente al popolo laziale un anno fa. La scorsa estate i primi addii pesanti, la partenza di Milinkovic che, proprio come Immobile, ha vissuto otto anni in biancoceleste. Arrivato un anno prima di Ciro, il sergente ha dato il via all’esodo che ha coinvolto Felipe Anderson, Luis Alberto e lo stesso Immobile. Tutti accomunati dalla durata della loro permanenza a Roma, otto anni vissuti con l’aquila sul petto e con la voglia di far sognare un popolo. Un popolo che ora deve credere nel nuovo ciclo, come detto dallo stesso Immobile, ma che questa notte ha versato un’altra lacrima, la più gonfia di ricordi, gioie ed emozioni. E allora, come in apertura, le parole giuste vanno prese in prestito da Giorgia. “Sono gocce di memoria, queste lacrime nuove. Siamo anime in una storia, incancellabile”.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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