Ospite dei microfoni di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C', il presidente della Lega Pro, Matteo Marani, alla vigilia del via al torneo di Serie C 2024/2025 è tornato a parlare del tema delle seconde squadre: "Il tema Seconde Squadre va inquadrato bene, e va detto intanto che non sono state una scelta della Lega pro, ma della Federazione: nel 2018 venivamo da una mancata partecipazione al Mondiale, e si doveva rispondere a una difficoltà del sistema, e così, in situazione di commissariamento, Billy Costacurta, allora vice del Commissario Straordinario Fabbricini, le propose. La Lega Pro dette la disponibilità a ospitarle, in un sistema dove ognuno pensa al suo orticello, fu spiegato che il livello delle U23 era da Serie C, ed effettivamente sul campo si è visto. Poi, per cinque anni non è successo nulla, il progetto rimase fermo, ma due anni fa parlai con Percassi che mi espresse la volontà di creare la Seconda Squadra, e così il progetto è ripartito, tanto che il Milan si è reso conto che c'è un oggettivo riscontro. Nella Spagna campione d'Europa, dei 26 convocati all'ultimo Europeo in 20 venivano dalle Seconde Squadre. In Italia non è detto funzionino, ma è un tentativo che si è voluto fare: l'effetto si capirà però tra 4-5 anni, non può essere immediato. A ogni modo, ci sono regole chiare, come quello delle divisione tra i gironi, che ha ovviamente portato a malumori e critiche, ma da subito si disse che le regole cui dovevano attenersi le U23 erano quelle della C, tanto che questo anno abbiamo ottenuto che ai playoff ci siano solo calciatori militanti effettivamente della Seconda Squadra e non siano ammessi coloro che scendono dalla prima squadra: sì alla formazione, no alla competizione. Se una U23 deve competere per vincere, perde il senso del progetto. Chiarisco poi che non saranno ammessi i sovrannumero, la C ha una sua regolarità e non va alterata; non solo, in caso di retrocessione, le Seconde Squadre rimangono nello slot delle Seconde Squadre in caso di riammissioni e/o ripescaggi, non prendono il posto di altri club retrocessi o delle formazione di Serie D".
Sull'esiguo numero di calciatori italiani realmente emersi nel grande calcio e 'nati' nelle Under23, poi, afferma: "Ci sono norme di natura giuslavorista sempre molto delicati - spiega in relazione all'ipotesi di un inserimento di nuove norme a tutela dei giovani nostrani -, ed è chiaro che quindi non si possono fermare certe cose, ma sono state messe delle regole, e si può riflettere su tante ipotesi. Siamo comunque all'inizio della valutazione, io sono curioso di vedere a esempio l'Atalanta, dove sta diventando molto forte la parte italiana, e voglio vedere come il Milan interpreterà questo campionato: in generale, la cosa importante, è mettere in movimento un certo progetto, in questo caso quello sui giovani. Poi l'augurio è che arrivino anche i giovani italiani. Vorrei cambiare soprattutto la visione e la cultura, perché i giovani sono importanti, e non importa da dove vengono, anche se chiaramente con la 'Riforma Zola' verranno premiati coloro che creano i propri giovani, e quindi quelli del settore giovanile
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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