Le piccole cose, quelle più semplici, quando arrivano e stravolgono l'ordine e lo status quo sembrano una rivoluzione. E in questo caso, quando prevale e vince la logica sull'improvvisazione, sulle complicazioni, allora c'è da esultare. Eccome. La notizia rimbalzata negli scorsi giorni in Inghilterra e anticipata dal Times trova ben più che una conferma nei salotti del calcio italiano e internazionale. Le grandi leghe sono d'accordo, e tutte le componentistiche altrettanto, su un punto che rivoluzionerà il calciomercato: chiudere prima dell'inizio dei grandi campionati. Tutti insieme. Una proposta partita già la scorsa estate proprio dall'Italia e naufragata dopo lo stop della Liga. Le ultime resistenze, al momento, arrivano sempre dalla Spagna ma il pressing degli altri quattro campionati è forte. Gli iberici non hanno ancora preso una decisione globale, le componenti di calciatori e allenatori spingono per il sì, da capire cosa vorranno fare i club.
Una rivoluzione che fa (quasi) tutti felici
Era un grido d'aiuto da parte degli allenatori e pure dei dirigenti. Chiudere il mercato con una data unica in Europa e prima del via dei campionati. Le società di Premier League hanno avuto un summit londinese negli scorsi giorni: attorno a un tavolo hanno stabilito, praticamente all'unanimità, che la decisione può e deve essere presa. Solo che non può essere di un unico campionato, altrimenti questa soluzione rischierebbe di diventare un harakiri. Serve sintonia con le grandi leghe ma la Premier si è subito mossa con i vertici delle altre leghe e le risposte sono sembrate univoche da parte di tutti. Non solo chiudere il calciomercato prima del via del campionato di riferimento ma farlo tutti insieme. Tutti felici? Quasi.
Il problema dell'Arabia Saudita
Già adesso la chiusura dei mercati non è univoca in tutto il Mondo. Ma un conto è che non lo sia in Turchia, dove piuttosto diventa un'occasione e un'opportunità per gli 'invenduti' e per i casi spinosi per trovare un nuovo grande campionato dove mettersi alla prova, uno è che non lo sia in Arabia Saudita. Facciamo un esempio molto facile: il mercato è chiuso in entrata per i grandi campionati europei ma la squadra X saudita fa un'offerta fuori dai parametri 'normali' per una stella di quel club. A livello d'ingaggio e pure di cartellino, s'intende. Cosa fare in quel caso? Perché se la società può rifiutare, ecco che il giocatore a quel punto potrebbe puntare i piedi, creare squilibri e pure in caso di danarosissimo addio, sostituirlo non sarebbe più possibile. Una stortura che andrà risolta, sebbene chiudere il mercato anche in uscita sia impossibile (e andrebbe a creare altri problemi, come quello dell'impossibilità di sfoltire le rose a sessione ultimata).
Cosa accadrà ora?
Non ci sono (ancora) passi ufficiali previsti nei prossimi giorni. Però il dialogo tra le leghe e tutte le componenti interessati resta attivo. Verifiche fatte anche in Italia con le varie associazioni confermano che la sintonia su una soluzione verso questa direzione c'è, nel nostro paese oltre che in Inghilterra ma pure in, Francia e Germania e della Spagna abbiamo già detto. Ca va sans dire, anche le altre leghe importanti d'Europa presto si accoderanno, è la sensazione condivisa. "Non è utopia, ne stiamo parlando", aveva detto già nelle scorse settimane l'ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo. Come detto: anche con la Football Association inglese non sono stati fatti passi ufficiali, le riunioni arriveranno successivamente per provare a formalizzare il percorso. E servirà anche il supporto della FIFA per un dialogo aperto con l'altro grande campionato mondiale che rischia, come detto, di creare una stortura in questo percorso logico. L'Arabia Saudita. E chissà che sul piatto non possa mettere un posto nella Champions League che verrà...
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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