Perché Thiago Motta e Daniele De Rossi hanno fatto due autogol sul mercato? Vale anche per De Laurentiis mentre dall'Atalanta un'altra lezione sulle cessioni

Thiago Motta che parla di giocatori fuori dal progetto, e fa un lungo elenco di nomi, pratica una disciplina ben lontana da quella dell'economia aziendale. E lo stesso vale per Daniele De Rossi, che scoperchia un vaso di Pandora sul quale c'erano sussurri e sospiri che valgono però per ogni piazza su molti giocatori. "Dybala? Io non lego nessuno", ha spiegato utilizzando il particolare per raccontare la sua filosofia generale. Lecito e comprensibile, ma quando un singolo è la Joya, ecco che detona e fa rumore. Ed è un boomerang per progetto e casse del suo club. Parliamo di Victor Osimhen? Lo faremo tra poco. Ma aver rinnovato il contratto a una cifra fuori dalle lecite possibilità del Napoli con una clausola che evidentemente il mercato non è disposta a pagare, non è sembrato certo il miglior esercizio di imprenditoria.

Il caso Chiesa, il caso Dybala e i pasticci sulle cessioni

Di fatto Thiago Motta, allenatore della Juventus, ha ufficializzato che un folto numero di giocatori non erano più parte del suo progetto tecnico. D'intesa con la società, chiaro, che già sul portiere ha fatto un autogol di progettualità: prendere Michele Di Gregorio e poi dover rescindere con buonuscita Wojchech Szczesny è stato un azzardo che per ora non ha pagato. E gli altri? Tra le leggi basiche del mercato c'è quella di non affiggere l'etichetta di 'svendesi' a dei calciatori, perché poi le offerte arriveranno al ribasso. E se si tratta di giocatori con ingaggi pesanti, trovare soluzioni adatte (e valide anche per loro), non è semplice. Il riassunto? Per adesso la Juventus non sta riuscendo a vend... Pardon. A svenderli. E che autogol pure della Roma, che per ora non ha ceduto nessuno di quelli sul mercato e che con le parole di De Rossi su Dybala ha aperto una voragine sul futuro dell'argentino . C'era un tempo in cui José Mourinho sbarcava all'improvviso nella Capitale, in cui al Nuovo Colosseo la Joya era accolta da migliaia di tifosi in festa e in cui i Friedkin andavano a Londra a prendere col proprio aereo (guidandolo!) Romelu Lukaku. Quel progetto è fallito e naufragato, adesso DDR mette alla porta Dybala in un momento in cui non ha le offerte che vorrebbe e dove ci sono stati solo i soldi a tentarlo e convincerlo dall'Arabia.

La lezione dell'Atalanta, del Genoa e anche della Fiorentina

C'è clausola e clausola. C'è cifra e cifra. Il Napoli col maxi rinnovo per Victor Osimhen ha di fatto costretto Antonio Conte a giocare per ora senza centravanti, perché al nigeriano è stato promesso l'addio ma quelle cifre (evidentemente fuori mercato) non arrivano da nessuno e l'operazione che gli azzurri stanno provando a imbastire col Chelsea con tanto di Romelu Lukaku incluso è una sorta di Caporetto economica (se paragonata alle aspettative iniziali). La lezione arriva semmai, stavolta, da Atalanta, Genoa e Fiorentina. I casi Teun Koopmeiners, Albert Gudmundsson e Nico Gonzalez sono emblematici. I giocatori vogliono andare via? Poco importa. Le società ne sono consapevoli e sanno che così finirà. Ma solo alle loro condizioni. Solo alle loro cifre, perfettamente in linea col mercato, senza prezzi più alti richiesti alle potenziali acquirenti. Una lezione contro tre, clamorosi, autogol.