L’Atalanta vola sulle ali dell’entusiasmo dopo l’impressionante vittoria al Maradona contro il Napoli, ma per Pierpaolo Marino, ex direttore generale nerazzurro, è importante non trasformare i sogni in pressioni. «Si può parlare di scudetto, ma deve essere un augurio, non un obiettivo da inseguire con il peso della responsabilità», sottolinea Marino ai microfoni de L'Eco di Bergamo -. L’approccio umile e senza forzature è il segreto che ha permesso alla Dea di crescere negli anni, sorprendendo tutti con traguardi insperati come la vittoria dell’Europa League. «La forza dell’Atalanta è stata sempre quella di partire senza proclami, lasciando che i risultati arrivassero da soli».

UNO SCENARIO APERTO IN SERIE A
Secondo Marino, quest’anno nessuna squadra sembra avere il dominio assoluto del campionato. «Il Napoli di Conte è ancora la favorita per la qualità della rosa e il primo posto in classifica, ma Inter, Juve e Atalanta possono inserirsi. Il livello è equilibrato e, con una media punti scudetto più bassa rispetto agli anni scorsi, chiunque può sognare». Per l’Atalanta, però, serve continuità, soprattutto contro le squadre che si difendono e che spesso hanno messo in difficoltà i nerazzurri. «I punti persi contro le piccole pesano come quelli degli scontri diretti».

UNA MINA VAGANTE IN EUROPA
In Champions League, la Dea si sta guadagnando rispetto anche tra i top club europei. Marino non ha dubbi: «Con la qualità dei suoi giocatori e l’autostima che cresce partita dopo partita, l’Atalanta può diventare un’avversaria temibile per chiunque, Real Madrid e Barcellona inclusi. Gasperini ha creato una squadra che gioca senza paura e con una mentalità da grande». Il sogno è arrivare lontano, ma Marino avverte: «Per vincere una competizione come la Champions servono anche episodi favorevoli. La Dea può continuare a sorprendere, ma non deve consumarsi nel tentativo di strafare».

UN MODELLO DI SUCCESSO
Paragonando la gestione dell’Atalanta a quella dell’Udinese dei suoi tempi, Marino evidenzia le similitudini ma anche le differenze. «L’Udinese è stata un modello per tanti anni, ma l’Atalanta ha saputo andare oltre. Con continuità tecnica e una struttura societaria solida, è diventata un esempio di crescita sostenibile». L’ex dirigente elogia la visione dei Percassi e l’abilità nel costruire un progetto che ha portato a risultati straordinari.

PROTAGONISTI IN CAMPO
Tra i giocatori, Marino spende parole importanti per i simboli di questa Atalanta. «Retegui è un bomber che ricorda German Denis: potente, tecnico e devastante di testa. Poi c’è De Ketelaere, che ha fatto passi da gigante, e de Roon, un leader silenzioso ma fondamentale in campo». Un cenno anche a Zappacosta, troppo spesso sottovalutato: «È uno dei terzini più completi, meriterebbe maggiore attenzione anche a livello nazionale».

UNO SGUARDO ALL’UDINESE
Guardando alla sfida imminente contro i friulani, Marino invita alla cautela. «L’Udinese è una squadra scorbutica, difficile da affrontare, con giocatori come Lucca e Thauvin che possono fare la differenza. L’Atalanta dovrà essere paziente e sfruttare al massimo le sue occasioni».

UNO SGUARDO AL FUTURO
Marino riflette anche sulla sua carriera: «Mi auguro di poter chiudere con un progetto stimolante. Se non arriverà, mi fermerò, ma resterò sempre un grande tifoso del calcio e di realtà come l’Atalanta».

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Sab 09 novembre 2024 alle 13:03
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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