Francesco Acerbi sarà ascoltato venerdì dalla Procura Federale. L'interrogatorio si svolgerà, con ogni probabilità, in video conferenza ovvero con il calciatore (affiancato dall'avvocato nerazzurro Capellini) e un rappresentante della procura alla Pinetina, mentre il procuratore federale Chiné e i suoi vice saranno a Roma. Il difensore nerazzurro, coinvolto nel caso di razzismo esploso durante Inter-Napoli di domenica, dovrà mettere a verbale cosa ha detto a Juan Jesus. La Procura raccoglierà la testimonianza dei due calciatori e magari di altre persone che si trovavano sul rettangolo di gioco e possono aver sentito qualcosa. Nel caso fosse accertato l'insulto razzista, Acerbi sarà sanzionato con una squalifica di almeno dieci giornate o con un stop a tempo.
"Ti faccio nero"
L'Inter aspetta e intanto ieri ha avuto un colloquio col giocatore che ai dirigenti ha ribadito di non aver pronunciato frasi razziste. "Ti faccio nero", sarebbe stata la frase del giocatore a Juan Jesus, da qui l'affermazione "Juan Jesus mi ha frainteso" pronunciata al suo ritorno alla stazione di Milano dal ritiro dell'Italia.
Cosa rischia Acerbi?
Conclusi gli interrogatori, Chiné invierà le proprie conclusioni al giudice sportivo per la sentenza. Qualora fosse confermata la matrice razzista dell’insulto ad Acerbi verrebbe contestata la violazione dell’art.28 del codice giustizia sportiva sui «Comportamenti discriminatori»: la sanzione minima è la squalifica di 10 giornate, antipasto di una possibile esclusione dagli Europei. Ecco perché l’Inter ha scelto la via del silenzio, rinunciando a un comunicato. Non solo Acerbi rischia di aver finito la stagione in anticipo, ma pure la carriera con l’Inter. Il giocatore, da poco 36enne, è legato ai nerazzurri fino al 2025 ma non è remota la possibilità che in caso di maxi-stangata l’addio venga accelerato.
Le parole di Juan Jesus
In attesa da capire l'evolversi del caso Acerbi-Juan Jesus, il Napoli ha postato tramite i propri social un lungo video in cui lo stesso Juan Jesus parla con un giocatore delle giovanili del Napoli, Mohamed Seick Mane, attaccante Under 15. Il tema, ovviamente, è quello del razzismo: "Il razzismo purtroppo è una situazione che viviamo da tanto tempo. C'è gente che dice che stiamo migliorando, ma le leggi non vengono rispettate. Noi siamo tutti uguali, bianchi, neri, gialli. Siamo fatti da Dio per come credo io, abbiamo lo stesso compito, vivere su questa terra, non abbiamo differenze. Negli stadi ancora c'è razzismo purtroppo. Dobbiamo ancora crescere, ci sono persone che non hanno ancora consapevolezza che questa cosa può ferire. Abbiamo cuore, anima, cervello. Spero vengano fatte leggi più forti. Bisogna essere comunque forti. Chi fa atto di razzismo ha un cervello piccolo. Dentro di me so di essere perfetto come Dio mi ha fatto, sono qui per il mio sogno di calciatore, bisogna essere consapevoli di se stessi e bisogna sempre dire se uno ha subito un atto di razzismo. La gente non può dirti quello che vuole. Cosa dico ai giovani? Dico di essere forte di mente perché il razzismo succede sempre purtroppo e non bisogna ascoltare nessuno", le parole riportate da tuttonapoli.net.
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