Il fallimento Juve è totale: dopo Empoli e PSV un poker che spazza via tutto

Game, set, match. Non in favore, ma subìto della Juventus. L'Atalanta ha fatto valere la legge del più forte, nella casa dei bianconeri, in quello stadio che un tempo era un fortino praticamente inespugnabile. Il fallimento è totale per Thiago Motta e la Vecchia Signora. Prima la sconfitta ai calci di rigore contro l'Empoli ai quarti di Coppa Italia, poi l'eliminazione dalla Champions League per mano del PSV Eindhoven, e infine il poker preso in faccia dalla Dea, in quella che fino a due ore fa era una vera e propria partita Scudetto. La Juventus ha abdicato, la corsa per il Tricolore non è roba per lei, e adesso sono inevitabili i processi.

Fischi e paura per il quarto posto.

La bordata di fischi presa dai tifosi al triplice fischio finale è tanto giusta quanto meritata dalla banda Thiago Motta, che adesso non si potrà certo concedere il lusso di ripensare a cosa è successo nella tragica, sportivamente parlando, serata di questa domenica di marzo, visto che tra 24 ore la sentenza potrebbe essere ancora più pesante, visto che se la Lazio batterà l'Udinese all'Olimpico scavalcherà i bianconeri al quarto posto. Tra qualche ora la Juve potrebbe dunque essere addirittura fuori dalla zona Champions, a dieci giornate dalla fine. Un disastro.

Thiago Motta e le scelte difficili da capire.

In tutto questo ci sono anche altri problemi, a cominciare da cosa abbiamo visto durante la partita contro l'Atalanta. Le scelte di Thiago Motta, specialmente una, sono difficili da comprendere e l'allenatore dovrà riflettere sul suo operato. Sotto di due reti, con Dusan Vlahovic (il miglior marcatore stagionale della Juve ndr) in panchina al minuto numero 54 il tecnico ha deciso di mandare in campo, con tutto il rispetto, Mbangula, Alberto Costa e Kalulu, lasciando il serbo a sedere. Inspiegabile, non ci sono altri termini per descrivere tutto questo. Poi la scelta di mandarlo in campo al 75', a gara ormai persa.

Tanti problemi, tutti i sogni svaniti, e un dovere: raggiungere la qualificazione in Champions. Perché altrimenti la stagione sarebbe un vero disastro.