Dal Viola Park parleranno per fare un punto di fine stagione Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, e Alessandro Ferrari, direttore generale della società toscana. Di seguito le dichiarazioni del primo.
Entra Pradè ed esordisce: "Abbiamo tardato un po' per chiudere tutti i dettagli di Palladino. Ringraziamo il dottor Galliani per il permesso di fare tutto, anche se Palladino sarebbe tesserato con il Monza fino al 30 giugno. Visto siamo qui, è giusto presentarvelo". Quindi entra Palladino in sala per le prime dichiarazioni.
Cosa vi ha convinti di Palladino?
"Per me è doveroso ringraziare Italiano e il suo staff, abbiamo lavorato bene insieme sotto il profilo dell'unità. C'è anche l'aspetto umano con quello professionale e se le cose vanno di pari passo si lavora bene. Su Palladino... Avevamo anche altre opzioni, come la scelta di un figlio per noi, che è Alberto Aquilani, cresciuto con noi sia da calciatore che da allenatore. E altri. Perché Raffaele? Per l'ambizione. Ha il fuoco dentro, basta sentirlo due minuti, ed è quello che volevamo. Lo stesso che abbiamo noi in questo momento. Ancora non abbiamo metabolizzato la sconfitta, ci vorrà del tempo".
Come trasformare le ambizioni sul mercato?
"Quest'anno abbiamo fatto tanto scouting e fatemi ringraziare Burdisso per il lavoro. Le strade si dividono ma questo è il calcio, capisco le sue motivazioni. Quello che abbiamo fatto sarà messo sul tavolo dell'allenatore, abbiamo le idee chiare. Ma già dal primo giorno ci siamo detti che condivideremo con lui. Le decisioni saranno solo: presidente, Ferrari, io e il mister. Dal numero uno al ventisette sceglieremo col mister. Le ambizioni sono di migliorarci, a nessuno di noi va bene l'ottavo posto. Che se lo analizzate è molto amaro, a un punto dalla settima e tre dalla sesta, lasciando tante cose per strada, che oggi farebbero vedere la stagione in maniera diversa. La delusione viene dalla coppa, ma questo non giustifica il resto".
Palladino ha già dato info su vari giocatori?
"Fino a venerdì non avevamo neanche incontrato Palladino o il mister, ora si ferma qui e faremo tutto in maniera più approfondita".
Bonaventura, Castrovilli e Duncan in scadenza idem? Com'è la situazione su Kouame?
"Decideremo insieme. Su Kouame dico che abbiamo esercitato l'opzione e quindi è un calciatore della Fiorentina".
Cercherete un grande centravanti?
"Certo, cerchiamo un grande centravanti. Forse è stato uno dei miei errori principali non sostituire in maniera adeguata Vlahovic. Però alla fine non posso dire che non sono contento di chi è venuto dopo. Certo è che sarà una priorità del nostro mercato".
Come volete risalire?
"Dobbiamo guardare anche il Fair Play Finanziario, che per noi 'è molto restrittivo. Davanti abbiamo dei carri armati, ma noi siamo solidi. Però c'è un cambiamento in Italia, se noi, il Bologna e l'Atalanta riusciamo a essere competitivi. La soddisfazione è aver mantenuto l'identità, con cui abbiamo sfiorato delle imprese. Ora dobbiamo raggiungerle. Cercheremo di sbagliare meno possibile, portando delle idee. Ce la metteremo veramente tutta, dobbiamo essere ambiziosi".
Sente la stessa aria del 2012 con Montella?
"Non so se il paragone sia giusto... Lì eravamo una Fiorentina che si era salvata alla penultima giornata, qui abbiamo fatto tre finali negli ultimi due anni. Sono situazioni completamente diverse: lì serviva una rifondazione totale, qui no, serve aggiungere e lavorare sul singolo calciatore. Se si parla di ambizione e ardore dico sì, ma qui ci sono basi solide e anche cose fatte bene, pur ammettendo per primo i miei errori. Negli ultimi 3 anni siamo la squadra che ha giocato di più di tutta Europa. L'entusiasmo c'è, e tanto: quello deve essere del presidente e dei tifosi, se si unisce questa forza con identità e alchimia, questa è una società che può anche non avere limiti".
Nico Gonzalez è incedibile?
"Al 99% è incedibile. Nico sta bene qui e ce l'ha ribadito anche domenica dopo Bergamo. Però nel calcio mai dire mai...".
In quale percentuale la rosa è già a posto?
"Non parlerei di percentuali... Abbiamo dei prestiti che non ci sono più, in alcune situazioni siamo obbligati a lavorare. Bisogna capire quali saranno le migliori caratteristiche per i calciatori che vorrà l'allenatore. Con Italiano era ormai diventato facile, ora è un nuovo ciclo ma sappiamo che Palladino ha un'identità aggressiva e di attacco dell'avversario, l'abbiamo scelto per questo".
Il monte ingaggi crescerà?
"Sapete benissimo che non si può superare una quota stabilita in base ai ricavi. Il salary cap è molto restrittivo, noi siamo la società col miglior bilancio che c'è in Italia ma tanti altri non potranno fare quanto facevano precedentemente".
C'è una parola da cui ripartire?
"Ambizione. Dobbiamo essere ambiziosi, ognuno con se stesso. E attenti a sbagliare meno possibile. Palladino l'identità ce l'ha trasmessa immediatamente, ha idee precise e ben chiare, vogliamo ripartire da quello. Quando abbiamo preso Italiano, ancora non avevamo questa identità: non ci risconoscevano, oggi la Fiorentina è conosciuta ovunque. Adesso inizia il miglioramento".
Ci racconta cos'è successo a gennaio?
"Il mercato di gennaio è molto difficile, particolarissimo. Chi ha i giocatori forti se li tiene, noi ne abbiamo puntato uno, principalmente: è stata una trattativa lunghissima. Però non ci è stato venduto, parlo di Gudmundsson. Abbiamo preso Faraoni e Belotti, sembrava fossero qui da tantissimo tempo: li voglio ringraziare, oltre che calciatori abbiamo messo dentro due uomini. Potevamo portare a termine altre trattative ma non era quello che volevamo. Due calciatori ci piacevano da morire: uno Gudmundsson, l'altro Zaccagni. Ma non era percorribile".
Fin dove potete alzare l'asticella?
"Se si parla di alzare l'asticella è perché siamo arrivati ottavi con rammarico, perché siamo stati dentro la Champions per tutto il girone d'andata. Una scusante da parte nostra possono essere le tante partite e qualche infortunio di troppo. Però ho qua il fatto che abbiamo colpito più pali di tutti e sbagliato cinque rigori: sembra non contino, ma sono punti. Ci riusciremo? Ci proveremo? Tra un anno ci ritroviamo e sarò giudicato".
Come rispondere ai tifosi?
"Io a Firenze sto da 9 anni, ho comprato casa e la mia famiglia ci sta benissimo: è una città incredibile e tante volte soffro perché non sento lo stesso amore che ho io nei miei confronti. Il mio sentimento è forte".
Che ne sarà di Amrabat?
"Dal Manchester United non abbiamo nessuna risposta. Se mi chiedi se lo terrei, direi di sì, ma non mi sembra quello che ha nella testa Sofyan. Siamo andati più volte da lui a Manchester, ma è in Premier e penso lì voglia rimanere".
Sarà addio con Biraghi e Bonaventura?
"Sono situazioni differenti, siamo contentissimi di tutti e due. Però una cosa è un calciatore sotto contratto e un'altra quello in cui devi fare un altro contratto. E questo dobbiamo vederlo con l'allenatore".
Ci sono margini perché rimanga Castrovilli?
"Ho sentito stamattina il suo agente e ci incontriamo in questi giorni per vedere quali possono essere le soluzioni. Siamo contentissimi che sia rientrato, il suo recupero è stato ottimo. Ora valuteremo insieme".
Ci saranno nuove figure aziendali?
"Dalla morte di Barone è passato poco, io e Alessandro eravamo i dirigenti più vicini a lui. L'unica persona che poteva sostituire Joe nel suo ruolo è Alessandro, Ferrari. Perché Joe faceva tutto a 360 gradi, nel mercato era un vulcano, mi chiamava tra le trenta e la quaranta volte al giorno. Ci metteremo più voglia e passione possibile, anche per lui".
Servono le cessioni per certi acquisti?
"Oltre a comprare calciatori veri, dobbiamo avere idee vere. Soprattutto sul centravanti non sarà facile. Quello forte forte aspetta prima il mercato dei top club e noi non abbiamo quella forza da prima fascia, né economica né per status. Bisogna essere bravi a guardare e avere le idee giuste. Logicamente dobbiamo stare attenti al sistema economico-finanziario. Ma se c'è una situazione da aggredire, abbiamo l'ok del presidente per farlo".
Cos'è successo con Beltran?
"Per noi è un calciatore forte, siamo contentissimi di averlo comprato. Lautaro stesso ha sofferto al primo anno di Inter, noi l'abbiamo preso come prima o seconda punta. Di metterlo in quella posizione è un'idea dell'allenatore e sulle situazioni tecnico-tattiche non entriamo. Per me negli ultimi 25 metri è il suo vero ruolo".
Com'è andato l'addio con Italiano? Il mercato di gennaio ha influenzato la scelta?
"No, non c'entra niente, abbiamo affrontato ogni situazione insieme. Il mercato di gennaio toglietelo. Fate la stessa domanda a Vincenzo... Avete visto come ci siamo lasciati, ma i cicli finiscono e anche le motivazioni forti, quelle che aveva lui. Ci siamo lasciati in maniera bellissima, il mercato non c'entra".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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