Parleremo tanto di calciomercato nei prossimi giorni, e non lo faremo soltanto noi. Leggerete tantissime cose, molte delle quali non saranno vere e vi porteranno fuori strada. Tante altre porteranno fuori strada noi giornalisti che cerchiamo di identificare strategie, carpiamo quello che si può e cerchiamo di avere la fortuna di avere qualche dettaglio per essere certi dell'informazione che vi diamo. Sta arrivando il momento più divertenti ma anche, per certi versi, più irritante della stagione calcistica: il calciomercato.
Nella passata stagione è stato sicuramente irritante per il mondo Juventus, un po' perché al 7 luglio ancora mancava l'uomo mercato, Giuntoli, liberato volutamente tardi da De Laurentiis e un po' perché, dopo la tribolata stagione tra aule di tribunali, penalità e patteggiamenti, non c'era possibilità di fare mercato. Le casse avevano bisogno di respirare ed essere rimpinguate, l'appeal del club non era altissimo senza coppe e c'era il dictat dettato al nuovo direttore tecnico di abbassare i costi di una rosa con il più alto monte ingaggi ma uno dei peggiori (in proporzione) rendimenti. E poi c'era il "problema" allenatore. Ingeneroso pensare che Allegri sia un problema, prova ne è che nella stagione appena conclusasi ha centrato l'obiettivo massimo (un posto in Champions) e ha portato a casa anche un trofeo, la Coppa Italia.
Ma per un direttore tecnico che vuole, e ha urgenza, di riavviare una ricostruzione, farlo con un allenatore con ancora due anni di contratto a cifre molto importanti non era esattamente una cosa comoda.
Per non parlare della tante divisioni interne alla società che legavano le mani a Giuntoli, molto più di quanto lui stesso pensasse.
Quest'anno, parafrasando il compianto Pino Daniele, è tutta un'altra storia.
E si vede.
Cristiano Giuntoli, entrato ufficialmente nel ruolo e liberato dalle dichiarazioni pubbliche del proprietario John Elkann, ha potuto sin da gennaio mettere le mani al nuovo progetto.
La prima scelta è stato l'allenatore, poi come "liberarsi" di Allegri sarebbe stato il secondo step.
Definito il tecnico, in camera caritatis, si è cominciato a capire dove intervenire sulla rosa: chi salutare, chi non rinnovare, chi provare a convincere a restare e, soprattutto, quanto badget riuscire a racimolare per operare al meglio. Ecco che, anche se nulla è ancora ufficiale e finché non viene messo nero su bianco diventa puramente aleatorio, il piano è pronto a partire: il portiere Di Gregorio, per coprirsi le spalle nel caso di riuscita cessione di Szczęsny; il contatto con Calafiori, considerato il difensore versatile utile a Motta; il tentativo matto e disperato per strappare Di Lorenzo a Conte, facendo leva sugli errori comunicativi del personaggio De Laurentiis e poi tutto sul centrocampo. Il vero reparto da restaurare.
I nomi oramai sono sotto i riflettori: Khéphren Thuram (in scadenza con il Nizza può arrivare ad una cifra abbordabile, 25 mln); Douglas Luiz dall'Aston Villa (abbassandone i costi con la cessione in cambio di McKennie); il sogno Koopmeiners (sperando in un prezzo più accessibile dall'Atalanta che potrebbe arrivare dietro pressioni del giocatore). Il resto si vedrà: tra possibile partenza di Miretti, il ritorno ad alti livelli di Fagioli e la possibile permanenza di Rabiot. Poi toccherà all'attacco con il nodo principale legato a Chiesa: se resta, o se va farà tutta la differenza nelle strategie che Giuntoli ha già chiare in mente. Ma, come da queste cose si può notare, lo scenario è totalmente diverso da quello della passata stagione. Le idee sono chiare, movimenti ce ne saranno e ci sarà soprattutto la volontà di tornare a grandi livelli il prima possibile, senza vendere illusioni ma promettendo di tornare Juve. E pazienza se lo si dovrà fare anche attraverso manovre "sporche", i modi di Giuntoli li conoscono tutti gli addetti ai lavori e Allegri voleva a tutti i costi lo scontro perché aveva ampiamente capito da gennaio che sarebbe andato via, lo aveva capito dall'assenza del nuovo direttore tecnico che quando non cerca il confronto vuol dire che ti ha scaricato.
Non giudicate l'etica, valutate il lavoro quando sarà finito. Perché, a differenza dell'anno scorso, di lavoro ce ne sarà tanto.
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