Una giornata speciale per Gian Piero Gasperini: due premi prestigiosi per celebrare una carriera che ha portato l’Atalanta ai vertici del calcio italiano ed europeo. Tra il Premio Enzo Bearzot ricevuto a Roma e la Panchina d’Oro Speciale ritirata a Coverciano, il tecnico nerazzurro ha voluto mantenere i piedi ben saldi a terra, senza dimenticare chi è in difficoltà, come l’amico ed ex giocatore Thiago Motta. Il presente è lo scudetto, ma quando si parla di futuro, Gasperini non nasconde il fascino di nuove sfide.

IL RICHIAMO DELLA CAPITALE - Roma, con la sua passione travolgente, rappresenta un richiamo impossibile da ignorare. E Gasperini non lo nega: «Roma è una piazza straordinaria, ha un pubblico unico, paragonabile solo alla Nazionale: tutti ne sono attratti, io per primo. Ma ora la Roma ha Ranieri, un grande tecnico, ed è giusto rispettarlo. Essere accostato a club di questa portata è sempre motivo d’orgoglio, anche se per ora navighiamo a vista. Il mio presente è a Bergamo, il mio futuro si vedrà».

BERGAMO, STATUA E IDENTITÀ -  La storia d’amore con Bergamo non è ancora conclusa - fa il punto La Gazzetta dello Sport -. Gasperini sottolinea il legame profondo con la città che lo ha accolto e lo ha fatto sentire a casa: «Oggi la mia donna bellissima si chiama Bergamo. Qui ho vissuto un percorso incredibile e vincente, coronato dall’Europa League. Per la statua che vogliono farmi dico solo che è ancora presto: aspettiamo, spero di meritarmela davvero nel tempo». Parole di chi non ha fretta, di chi vuole godersi il viaggio fino in fondo.

SCUDETTO, IMPOSSIBILE DA INSEGUIRE - La sconfintta con l’Inter non ha spento i sogni, ma li ha resi più complicati: «Non dobbiamo mai togliere ai tifosi il diritto di sognare. Nel calcio succede spesso l’impossibile, noi continueremo a provarci fino alla fine. L’Inter potrebbe essere distratta dalla Champions? Me lo auguro, ma noi dobbiamo guardare solo a noi stessi e gestire al meglio le nostre risorse». Gasperini rilancia la sfida, consapevole delle difficoltà ma senza paura.

SOLIDARIETÀ TRA ALLENATORI - Non poteva mancare una riflessione sulle difficoltà dei colleghi, in particolare Thiago Motta, finito nel mirino della critica: «Sbagliare fa parte del nostro mestiere, ricevere critiche è normale, ma non sopporto gli attacchi personali. Chi fa questo lavoro sa che ci sono momenti difficili e che spesso bisogna affrontarli da soli. Bisogna rispettare le persone e non oltrepassare certi limiti».

Nel giorno dei riconoscimenti personali, Gasperini guarda avanti. Bergamo nel cuore, Roma e altre grandi piazze sullo sfondo, ma per adesso conta solo il presente, tra sogni di gloria e la voglia di continuare a scrivere pagine memorabili della sua storia atalantina.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 25 marzo 2025 alle 21:30
Autore: Lorenzo Casalino
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