Lo sport è fatto di passione, ma soprattutto di business. E quando di mezzo ci sono i miliardi, non sempre le storie più romantiche riescono a prevalere. Così Stephen Pagliuca, co-presidente dell’Atalanta, ha visto sfumare davanti ai suoi occhi il sogno di mantenere i Boston Celtics, squadra che per oltre vent'anni ha considerato una parte della propria vita.

Pagliuca aveva rilevato i Celtics nel 2002 insieme a Wyc Grousbeck, riportandoli sul tetto dell’NBA e conquistando il cuore della città di Boston. Li aveva acquistati per 360 milioni di dollari, una cifra che oggi appare quasi simbolica, considerando che il club è stato ceduto per la cifra-record di 6,1 miliardi, la più alta mai registrata nella storia dello sport americano.

Ma la cifra è solo parte del racconto. Pagliuca aveva proposto una soluzione romantica e concreta, cercando di riunire vecchi e nuovi soci, puntando su un'offerta senza debiti, trasparente, e soprattutto fedele ai valori e alla tradizione di una delle squadre più gloriose della NBA. Non è bastato. Alla fine, il denaro ha parlato più forte della passione, e Bill Chrisholm ha avuto la meglio con un'offerta insuperabile.

In una lettera aperta ai tifosi, Pagliuca ha confessato tutta la sua amarezza, mista a un orgoglio indistruttibile: «Sarò sempre un Celtic», ha scritto. Parole che suonano come una dichiarazione d'amore, ma anche come una promessa, qualora l'accordo definitivo con Chrisholm non dovesse concludersi positivamente.

Pagliuca resta lì, pronto a entrare dalla porta secondaria, se solo dovesse riaprirsi. Ma questa volta, la partita più importante della sua vita sembra averla persa fuori dal campo. Ed è una sconfitta dolorosa, che insegna come, nello sport-business di oggi, la passione spesso debba inchinarsi ai miliardi. Con buona pace della poesia.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 21 marzo 2025 alle 08:19
Autore: Lorenzo Casalino / Twitter: @lorenzocasalino
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