La figura di Gian Piero Gasperini, cuore pulsante della rivoluzione dell’Atalanta, si racconta in una lunga intervista con Luigi Garlando per SportWeek de La Gazzetta dello Sport. Dal suo approccio tattico alle sfide personali, fino ai traguardi raggiunti con la Dea, il mister di Grugliasco riflette sulla sua carriera e sulla magia del progetto nerazzurro. È un viaggio tra emozioni, ricordi e speranze, in cui il tecnico non si risparmia, offrendo uno sguardo unico sul suo mondo e quello del calcio italiano. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Lei ha guidato una trasformazione senza precedenti all'Atalanta. Qual è il segreto di questo successo?
"Tutto parte dalla cultura del lavoro che ho trovato qui a Bergamo. È una città che vive di sacrifici e fatica, e questa mentalità si rispecchia in campo. Io ho solo aggiunto un po’ delle mie idee, unendo pressing, organizzazione e libertà creativa. Quando vedo ragazzi come Lookman o De Ketelaere trasformarsi e dare il massimo, capisco che stiamo andando nella direzione giusta."
Ha detto che il calcio olandese l’ha ispirata molto. In che modo?
"Il loro gioco mi ha spinto a innovare. La difesa a tre, che spesso uso, nasce proprio da lì. Da Galeone, invece, ho imparato l’amore per il gioco bello e coraggioso, mentre Lippi mi ha insegnato la disciplina. Ogni esperienza ha lasciato un segno indelebile nel mio modo di allenare."
Tanti suoi ex giocatori ora allenano. Che effetto le fa?
"È una soddisfazione enorme. Thiago Motta, Palladino, Juric... Ognuno di loro ha sviluppato il proprio stile, ma vedere come abbiano portato avanti certi valori è straordinario. Sono convinto che alcuni di loro saranno i grandi allenatori del futuro."
La Juventus, oggi, sta attraversando un momento complicato. Se lo aspettava?
"È normale che in un grande club ci siano alti e bassi. Thiago sta facendo un ottimo lavoro, ma servono tempo e pazienza. Lo invito spesso a cena per parlare di calcio e confrontarci: è giovane, crescerà."
Guardando al futuro, cosa può ancora dare questa Atalanta?
"Il nostro progetto non si ferma. Abbiamo una base forte con giovani promettenti come Scalvini e colonne come De Roon e Kolasinac. Il prossimo passo è consolidarci in Europa e magari puntare ancora più in alto."
Ha un ricordo personale che lega particolarmente alla sua avventura a Bergamo?
"La notte di Dublino, quando abbiamo vinto l’Europa League, resterà per sempre nel mio cuore. Era il compleanno di mio padre, e in quel momento ho pensato: 'Papà, questa vittoria è per te.' È stata un’emozione unica."
Firmerebbe per una stagione con Coppa Italia, secondo posto in Serie A e semifinale di Champions?
"Sarebbe un traguardo storico, ma non firmo. Con questa squadra voglio puntare al massimo, sempre. Non mi accontento mai."
Gian Piero Gasperini non è solo un allenatore, è un maestro di vita calcistica. Sotto la sua guida, l’Atalanta è diventata il simbolo di un calcio italiano che non smette di sognare. Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma una cosa è certa: il Mago della Dea ha ancora tanti assi nella manica.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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