Addio a Bruno Pizzul, voce indimenticabile delle notti azzurre

Bruno Pizzul si è spento a 85 anni, lasciando dietro di sé il ricordo indelebile di una voce calda e mai urlata, ma sempre capace di emozionare milioni di italiani. Ha narrato le vicende della Nazionale per sedici anni consecutivi, diventando una figura rassicurante e iconica nelle serate di calcio internazionale, dai Mondiali agli Europei, passando per amichevoli e qualificazioni.

DA PASADENA ALL’HEYSEL
Pizzul è ricordato soprattutto per il Mondiale di Usa ‘94: la finale di Pasadena contro il Brasile, con il celebre rigore di Roberto Baggio che portò il suo nome nelle case e nella memoria collettiva. Con lo stesso equilibrio, pur nella drammaticità, descrisse una delle pagine più tristi del calcio europeo, la finale di Coppa Campioni del 1985, Juventus-Liverpool, macchiata dalla tragedia dell’Heysel.

TRA CALCIO GIOCATO E INSEGNAMENTO
Udinese di nascita e con una breve esperienza da calciatore a livello giovanile, Bruno Pizzul era entrato in Rai dopo un concorso vinto nel 1969 - ricorda Gazzetta.it - Laureato in giurisprudenza, aveva svolto per un periodo anche il lavoro di insegnante nelle scuole medie. Il suo debutto da cronista avvenne con una sfida tra Juventus e Bologna in Coppa Italia nel 1970, dando inizio a una carriera trentennale dietro al microfono.

LA SERIE A REGINA D’EUROPA
Nella sua lunga carriera, Pizzul ha avuto il privilegio di raccontare anche i successi europei dei club italiani. Tra i momenti più memorabili le vittorie di Lazio e Parma nelle coppe del 1999, ma anche la Serie A di fine anni Ottanta e anni Novanta, quando il campionato italiano era punto di riferimento assoluto del calcio continentale.

La sua scomparsa chiude un’epoca, quella in cui il calcio si ascoltava e si viveva attraverso parole eleganti e mai sopra le righe, in grado di raccontare vittorie e sconfitte senza eccessi, ma con un coinvolgimento emotivo che resterà per sempre nella memoria di milioni di tifosi italiani.