Quando Massimiliano Allegri e José Mourinho durante la scorsa stagione facevano trapelare insoddisfazione per delle rose non all'altezza delle aspettative dei tifosi e delle rispettive società venivano tacciati spesso e volentieri (quasi sempre) di voler celare dietro un dito le loro inefficienze.La Juventus che solo per un girone è stata all'altezza dell'Inter, salvo poi crollare dopo il giro di boa, ha per la maggior parte dell'opinione pubblica disputato una stagione deludente nonostante il terzo posto finale. "Perché doveva lottare per il titolo", si diceva.
Mourinho invece è stato silurato prima: la sua insofferenza verso una società che nelle quattro precedenti sessioni di calciomercato si era arrabattata solo tra svincolati e prestiti era diventata un problema enorme per la famiglia Friedkin. In questo senso, le sconfitte contro Lazio e Milan furono solo l'assist per silurare il portoghese e iniziare in anticipo un nuovo ciclo con Daniele De Rossi allenatore.
Allegri e Mourinho a un certo punto erano diventati i capri espiatori. Divisivi, probabilmente a fine ciclo e quindi da sostituire. Però da grandi allenatori quali sono e sono stati non avevano sbagliato le valutazioni sulle rose a disposizione. Non a caso le due società, risolta la questione allenatore, hanno avallato profonde ristrutturazioni della rosa. Come mai negli ultimi anni.
La rivoluzione annunciata di Giuntoli
Arrivato nell'estate 2023 per mettere in piedi un nuovo progetto tecnico, Cristiano Giuntoli s'è preso un anno di tempo per capire e studiare il mondo Juventus prima di mettere il suo timbro. Senza il suo allenatore, l'uomo mercato bianconero per due finestre di calciomercato s'è limitato all'ordinaria amministrazione: l'unico acquisto dell'estate 2023, lo statunitense Timothy Weah, fu già stato definito da Giovanni Manna. Poi a gennaio mentre Allegri chiedeva uno tra Pereyra e Bonaventura è arrivata la meteora Alcaraz oltre a Tiago Djalo, difensore strappato all'Inter che - per ora - non ha ancora una precisa collocazione nel progetto tecnico bianconero.
Una volta scelto il suo allenatore Giuntoli ha cambiato registro.Perché Thiago Motta si ritroverà ai nastri di partenza una squadra profondamente diversa rispetto a quella che ha concluso l'ultimo campionato al terzo posto. Sono già arrivati Douglas Luiz, Di Gregorio, Thuram e Cabal, arriveranno almeno altri tre acquisti. Manca ancora il piatto forte: l'erede di Adrien Rabiot.
Quasi cento milioni già investiti, buona parte della quale recuperati tramite le cessioni di Ilinig-Junior, Barrenechea, Huijsen e Soulè. Tanti altri soldi verranno spesi il prossimo mese: tutto un altro mondo ai soli 10 milioni di euro investiti nell'estate 2023.
La rivoluzione (meno annunciata) di Ghisolfi
Se però quella della Juventus era rivoluzione estiva annunciata già da qualche mese, dall'altro lato decisamente più inaspettato il calciomercato che sta portando avanti la Roma. Parliamo di una società che da gennaio 2022 a gennaio 2024, ovvero in quattro sessioni di calciomercato, s'è mossa solo per prestiti e svincolati. Con due sole eccezioni: Zeki Celik, acquistato per sette milioni di euro più bonus, e Leandro Paredes, costato 2.5 milioni di euro. Poi tanti innesti e anche buoni colpi, ma a patto che non comportassero esborsi per i cartellini. Una strategia che, col cambio di allenatore e direttore sportivo, è diametralmente cambiata.
Nel giro di poche settimane la società giallorossa ha sborsato venti milioni di euro per Enzo Le Fée e 26 più bonus per Matias Soulè.Ha acquistato Samuel Dahl dal Djurgardens per quattro milioni di euro, è pronta a spenderne quasi 40 per Arten Dovbyk, il capocannoniere dell'ultima Liga spagnola che avrà il compito di sostituire Romelu Lukaku. E non è finita qui. La Roma questa estate ha messo in ponte di investire 100 milioni di euro per i soli cartellini contro i 10 degli ultimi due anni. Qualcosa evidentemente andava cambiato, anche più di qualcosa...
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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