L'"Atleti Azzurri d'Italia"? E' solo la casa numero tre, in ordine cronologico (e dopo un paio abbondante di adeguamenti, ingrandimenti e ristrutturazioni), di una favola del calcio chiamata Atalanta. La quale, appena nata, si esibiva a ridosso della massicciata ferroviaria. E prima di trasferirsi definitivamente nel quadrante nord del capoluogo orobico, passò qualche anno... fra i pazzi.

Al manicomio. I primi allenamenti e le prime partite dell’Atalanta furono improvvisate al Campo di Marte, tra le attuali via Suardi e via Fratelli Cairoli, dove le porte in legno venivano collocate e smontate ogni volta. Presto si decise di costruire un nuovo campo da calcio in via Maglio del Lotto, sotto la scarpata della ferrovia. L’altra compagine cittadina, la Bergamasca, giocava invece all’interno dell’ippodromo di Borgo Santa Caterina. Con la ripresa della attività sportiva dopo la Grande Guerra, l’Atalanta si trasferì presso il campo della Clementina di fronte al manicomio, lungo la strada che conduce a Seriate.

La casa della Dea Atalanta. Nel 1927-28 l’Atalanta Bergamasca, nata dalla fusione delle due squadre, fu promossa in Divisione Nazionale. L’accesso alla massima serie impose la costruzione di un nuovo stadio che fu dotato anche di una pista d’atletica. Il complesso sportivo fu arricchito da campi da tennis e da una piscina. Lo stadio fu intitolato a “Mario Brumana”, martire fascista e aprì i battenti il 1° novembre 1928 in occasione di una amichevole contro la Triestina (1-0). L’inaugurazione ufficiale, alla presenza delle autorità, avvenne il mese seguente il 23 dicembre con la gara di campionato Atalanta-La Dominante di Genova 2-0. Nel secondo dopoguerra lo stadio di Bergamo ha assunto la denominazione di “Comunale” e nel corso del tempo ha subito profonde opere di ristrutturazione, in particolare da metà degli anni ’80 sono scomparsi gli altri originari impianti sportivi al posto dei quali sono sorti nuovi spalti.


Oggi lo stadio si chiama “Atleti Azzurri d’Italia”, come l’associazione che dal 1948 riunisce gli sportivi che hanno indossato almeno una volta la maglia della Nazionale in una delle discipline riconosciute dal Coni. È l’assessore Gianfranco Baraldi, ex atleta azzurro di fondo alle Olimpiadi di Melbourne (1956) e di Roma (1960), a volere questa denominazione che però non a tutti piace, considerata troppo “personalistica” e senza particolari legami con Bergamo o con l’Atalanta. In città molti preferiscono utilizzare ancora il vecchio nome di “Comunale”. Qualche anno fa il quotidiano “L’Eco di Bergamo” si è fatto promotore di una campagna volta ad intitolare lo stadio ad “Achille e Cesare Bortolotti”, padre e figlio che dal 1967 al 1990 guidarono l’Atalanta, fino alla tragica ed improvvisa morte di quest’ultimo in un incidente automobilistico. Prima del figlio, Bortolotti aveva perso anche il fratello Piero, colpito da un infarto durante un Milan-Atalanta. A lui è dedicato il Centro Sportivo di Zingonia, utilizzato per gli allenamenti, dove invece il campo centrale è intitolato a Federico Pisani Anche la curva nord, il covo del tifoso neroazzurro allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” porta il nome “Chicco” Pisani. Il giovane promettente attaccante atalantino (64 presenze e 6 gol) morì in un incidente stradale, in compagnia della fidanzata, il 12 febbraio 1997 a solo 22 anni. La sua maglia, la numero 14, è stata ritirata dalla società.

Coinquilini. A partire dagli anni ’80 l’Atalanta ha dovuto condividere l’impianto con altre realtà locali minori, come la Virescit Boccaleone (serie C), espressione di un quartiere cittadino, l’Alzano Virescit (serie B) nel 1999-00 e dal campionato 2003-’04 anche l’AlbinoLeffe.

Sezione: Altre news / Data: Sab 10 dicembre 2011 alle 11:00 / Fonte: TuttoStadi.it
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com
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