Roma si ferma per l'ultimo saluto a Papa Francesco. Una bara semplice, priva di ornamenti, in sintonia con lo stile umile che ha contraddistinto tutto il suo pontificato, viene adagiata sul sagrato della Basilica di San Pietro poco dopo le dieci del mattino. Sopra, soltanto un Vangelo sfogliato dal vento. Un simbolismo evidente che sembra suggerire la presenza invisibile del divino. Nessun lusso, nessun simbolo di potere: solo un pastore che ha scelto, fino alla fine, di vivere accanto alla sua gente.

UN FIUME UMANO IN PREGHIERA
Circa quattrocentomila fedeli arrivati da ogni parte del mondo hanno invaso pacificamente Roma per l'occasione - scrive La Gazzetta dello Sport -, dai portici di Bernini lungo tutta via della Conciliazione fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Giovani, anziani, religiosi e laici, insieme hanno tributato un ultimo commosso omaggio a un uomo che ha saputo parlare a tutti, dai più umili ai potenti del mondo. Applausi spontanei sono risuonati ogni volta che il cardinale Giovanni Battista Re, durante la sua omelia, ha ricordato i temi cari a Bergoglio: l'accoglienza dei migranti, la pace, l'attenzione ai poveri.

IL MIRACOLO DI FRANCESCO
Sembra quasi un miracolo quello che accade durante la cerimonia. Donald Trump e Volodymyr Zelensky, seduti l'uno di fronte all'altro, scambiano alcune parole sotto gli occhi di tutto il mondo. Un'immagine potente, simbolo di un possibile dialogo che Papa Francesco avrebbe certamente incoraggiato. Un messaggio di fraternità, parola chiave del suo pontificato e tema centrale della sua enciclica "Fratelli tutti".

IL SILENZIOSO GRIDO DEL POPOLO
Mentre i potenti osservano in silenzio, la folla applaude e sembra lanciare un messaggio chiaro: non è il tempo delle guerre o dei muri, ma quello della solidarietà e dell'accoglienza. Il discorso pronunciato dal cardinale Re, con parole misurate ma incisive, diventa così un avvertimento silenzioso: Francesco lascia una strada tracciata, un'eredità da non dimenticare.

IL RITORNO A CASA
Alla fine della celebrazione, la bara viene trasportata con rapidità verso la Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo simbolico per Francesco, il posto che lui stesso aveva scelto come rifugio nei momenti di difficoltà. Ad aspettarlo ci sono persone che lui ha sempre amato e difeso: i poveri, i malati, gli emarginati, che stringono tra le mani una rosa bianca. È il ritorno "a casa" di un Papa che ha sempre cercato conforto nella preghiera e nella semplicità.

UN UOMO DIVENTATO GRANDE NEL SERVIZIO
Alle 13, quando il feretro entra definitivamente nella Basilica per essere tumulato privatamente, restano le parole semplici e forti che aveva pronunciato affacciandosi per la prima volta dalla loggia di San Pietro: «Fratelli e sorelle, buonasera!». Un saluto essenziale, umano, di un uomo diventato grande nel servizio agli ultimi.

Buonasera, Francesco, e grazie per averci ricordato che la grandezza sta nella semplicità e nel coraggio della bontà.

Sezione: Altre news / Data: Dom 27 aprile 2025 alle 11:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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