L'Atalanta che da sette anni arriva tra le prime otto della nostra Serie A è il racconto di una realtà di provincia che ce l'ha fatta. Dapprima una sorpresa, trascinata da un paio di singoli come Gomez e Ilicic oggettivamente molto sopra la media. Poi una certezza, merito di un livello medio della squadra che si è alzato anno dopo anno.
E' il racconto di un exploit sportivo avvenuto grazie alle plusvalenze e al lavoro di un allenatore come Gasperini che ha creato in Italia un modello di gioco e tanti seguaci. Un tecnico che ha compreso prima degli altri il momento del calcio italiano e ha cominciato a coniugare valorizzazione e risultati mentre i suoi colleghi ragionavano ancora su vecchi modelli.
Nel calcio però se non fai sempre un passo avanti ne fai due indietro e da un paio di stagioni l'Atalanta è chiamata a fare uno step in più. Alla consacrazione definitiva. Perché un conto è stupire, un altro è avere la certezza di potertela giocare alla pari con tutte le migliori squadre di Serie A. Con tutti gli oneri e gli onori del caso, senza concedere alibi a nessuno. Nemmeno all'allenatore. Oggi quei tempi per l'Atalanta potrebbero essere maturi a patto però di non sbagliare un ultimo mese di mercato che dirà tanto sulle ambizioni dei Percassi e della proprietà americana.
Prima di guardare al futuro è però necessario fare un passo indietro perché gli ultimi mesi hanno creato i presupposti per una estate unica nel suo genere. Hanno permesso, ad esempio, di battere il record di spesa per un cartellino pagando 30 milioni di euro El Bilal Touré, ovvero il nuovo centravanti titolare. L'ha potuto fare perché il colpo Hojlund di un anno fa è degno delle migliori plusvalenze recenti della storia del club: arrivato per 16 milioni, dopo un anno andrà via per 70, è solo questione di tempo.
Ma oggi in casa Atalanta si sono creati i presupposti per una crescita più strutturale, che non si basa solo sulla grande plusvalenza. C'è un Gasperini di nuovo contento e appagato per la direzione che sta prendendo il progetto, c'è la decisione di costruire un'Under 23 che valorizzerà uno dei migliori settori giovanili d'Italia evitando di dilapidare il patrimonio di ragazzi non ancora pronti per la prima squadra in prestiti inutili.
La cessione di Hojlund finanzierà almeno due acquisti
Cristian Romero venduto al Tottenham per 50 milioni di euro è fino a questo momento la cessione più importante definita dalla famiglia Percassi. Un record che verrà presto battuto perché ten Hag vuole Hojlund e Hojlund vuole il Manchester United. I red devils studiano l'offerta giusta, sanno che tra parte fissa (almeno 60 milioni) e bonus devono superare il muro dei 70 milioni di euro e che devono fare in fretta perché c'è anche il PSG e di altri centravanti così giovani, già formati e potenzialmente devastanti in giro per l'Europa non ce ne sono.
L'Atalanta aspetta e nel frattempo progetta. Sa che al netto del sostituto (un centravanti è arrivato, un altro arriverà) quei soldi serviranno soprattutto per l'acquisto più importante: un numero 10. Un trequartista sopra la media in grado di saltare l'uomo perché l'Atalanta - pur crescendo anno dopo anno - non ha mai sostituito giocatori come Gomez e Ilicic che per anni hanno entusiasmo e trascinato compagni e tifosi.
Negli anni per la verità ci hanno anche provato: prima con Miranchuk, poi con Boga. Ma entrambi oggi fanno parte degli acquisti steccati. Ci riproveranno questa estate con la consapevolezza che ora questo acquisto non può più essere sbagliato perché è quello decisivo. Un anno fa l'idea per sopperire a questa mancanza fu Federico Bernardeschi, poi volato a Toronto. Oggi si guarda oltre, altrove, anche perché Muriel non dà più garanzie e anzi è tra i possibili partenti.
I casi da risolvere
Già, perché la rivoluzione chiesta da Gasperini e che la società sta provando ad attuare passa anche dalla risoluzione di quei casi che troppo spesso hanno creato difficoltà di gestione. In attacco, ad esempio, sia Duvan Zapata che Luis Muriel hanno ormai fatto il loro corso e questa estate almeno uno dei due partirà. Ci sono poi giocatori come Palomino che non sono più nel progetto e altri come Soppy e Demiral che non lo sono praticamente mai stati. Da risolvere, inoltre, il dualismo tra i pali: la società vuole puntare su Carnesecchi ma vendere oggi Musso - pagato due anni fa 20 milioni di euro - è impresa complicata. Ma ancor più complicato è tenerlo in panchina.
Sono casi da risolvere anche per favorire qualche operazione di contorno, soprattutto in difesa. Sono misunderstanding da chiarire in quello che si preannuncia un mese delicatissimo perché se l'Atalanta non sbaglia le sue mosse può ritrovarsi a lottare per le primissime posizioni senza più scomodare aggettivi come miracolo o rivelazione.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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