Monza, con l'Inter è stato salvato il salvabile. Keita, una piacevole riscoperta

Il risultato non cambia nulla. Si può perdere una partita condotta avanti di due per 44 minuti tanto, a prescindere, lo scenario sarebbe rimasto triste. Ma al Meazza nel duello con l'Inter si è visto finalmente un Monza capace di giocare una partita estremamente dignitosa, seria, organizzata, di cuore. Di andare ampiamente ben oltre i propri limiti. Tutto quello che spesso è mancato, e di fatto sta facendo sprofondare il club in Serie B. Il sussulto d'orgoglio e di attaccamento alla causa resta una magra, magrissima consolazione, ma almeno consente di salvare il salvabile almeno sotto il profilo morale.

Undici Keita.Se da qui fino alla fine del campionato Alessandro Nesta avesse una squadra con lo stesso spirito e la voglia di spaccare il Mondo del suo attaccante, desideroso di riprendersi tutto ciò che ha lasciato per strada in poco tempo e in un'unica soluzione, potrebbe anche ragionare oltre l'impossibile. Arrivato a sorpresa da svincolato è infatti una delle pochissime cose positive che sono capitate al Monza da diversi mesi a questa parte. Keita si è presentato con tanta umiltà ma anche consapevolezza nei propri mezzi. In poco tempo si è ritagliato il suo spazio finendo per essere il migliore in campo e trascinatore. Che poi qualche suo compagno ha già mollato da tempo è un altro discorso, ma il suo lo sta facendo alla grande. Il gol all'Inter è un misto di classe e intelligenza. Oltre che la certificazione più autervole del suo ritorno a determinati livelli.

Rimpianti Tanti, troppi. Ormai è tardi per rimediare. L'annata totalmente negativa può comunque servire per capire parecchie cose. Anzitutto chi potrebbe dare una mano per rifondare il Monza del futuro e coloro i quali, al contrario, hanno concluso il proprio ciclo nel club. Sono più i secondi dei primi, e il fatto di avere tanti calciatori in scadenza di contratto in tal senso è solamente un vantaggio. Passaggio peraltro importante anche nell'ottica di un eventuale cambio di proprietà. Che a oggi resta l'aspetto più importante.