Una lunga esperienza nei settori giovanili fra Frosinone, Roma, Torino e Lecce – fra le altre – ora però Federico Coppitelli, laureatosi Campione d’Italia con il Lecce Primavera una stagione fa, ha deciso di accettare l’opportunità di mettersi in gioco in una prima squadra ed all’estero, in Croazia. Da qualche settimana è infatti iniziata la sua esperienza nell’Osijek, dove il ds José Boto non ha avuto dubbi nel dargli quella chance che dalle nostre parti ancora non era arrivata. Boto d’altronde è uno abituato a vederci lungo sui progetti basati sui giovani di talento data la sua larga esperienza in autentici modelli europei nel settore quali il Benfica e lo Shakhtar Donetsk.

Mister Coppitelli è intervenuto in esclusiva a SPORTITALIA per raccontare la sua nuova avventura:

Cosa ne pensa del salto che devono fare i giovani tra la Primavera e la Prima Squadra in Italia? le seconde squadre di Serie C aiuteranno?

“Secondo me bisogna fare un discorso molto lungo, io credo che sia un falso problema. Stiamo parlando di giocatori da Nazionale che devono fare la differenza in un Europeo. In questo momento evidentemente stanno mancando, a noi manca il Yamal di turno. Per quei giocatori non sono i percorsi collettivi a fare la differenza. A noi non mancano i giocatori di buon livello, mancano i campioni. Da un lato è un fattore genetico: bravi la mamma e il papà di Totti e Del Piero a farli nascere così”.

Che altro?

“D’altra parte c’è il coraggio e la lungimiranza delle società, con la profondità dei progetti nel far giocare dei giocatori talentuosi. Guardate Dorgu: fa zero presenza di prima squadra l’anno prima, ma l’anno dopo con D’Aversa è titolare. Questo è un passaggio che da noi manca e rende i percorsi dei giocatori più lunghi. Le seconde squadre possono aiutare, ma non so quante prime squadre oggi vedano realmente in un giovane della primavera una risorsa e vedano le sue qualità prima che le dimostri. Donnarumma oggi è una colonna però è stato bravo il Milan a farlo giocare a 17 anni, facendogli fare un percorso da fenomeno. Io ho allenato Frattesi, Scamacca, Buongiorno, adesso sono all’europeo però hanno dovuto fare percorsi diversi molto più tortuosi. Mi chiedo: se su Scamacca si fosse puntato a 16 anni, da parte della Roma per esempio, è chiaro che magari quell’anno poteva essere meno incisivo di chi c’era titolare, ma gli davi la possibilità di fare il percorso diverso. Ci vuole coraggio”.

Sezione: Italia / Data: Gio 04 luglio 2024 alle 15:31 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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