La sentenza ha messo la parola fine a una vicenda giudiziaria che aveva destato grande interesse nel mondo ultras e non solo. Claudio Galimberti, noto come il Bocia, era stato accusato di aver violato il Daspo e di aver acceso un fumogeno nel corso dei preparativi per la partita Atalanta-Ajax del 2020. Il giudice, tuttavia, ha stabilito che non ci sono prove sufficienti per una condanna, chiudendo così un capitolo controverso con una formula di assoluzione dubitativa.

I FATTI AL CENTRO DELLA VICENDA
Il 27 ottobre 2020 - riferise Bergamonews.it - Claudio Galimberti si trovava in viaggio da Marotta a Bergamo. Secondo l’accusa, sarebbe stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza in piazzale Oberdan poche ore prima del match, indossando un cappellino. Il video mostrava un uomo accendere un fumogeno durante il passaggio del pullman dell’Atalanta, lanciandolo poi via con il rischio di colpire un ciclista. Tuttavia, l’identificazione del capo ultras si è rivelata incerta: dettagli come il colore del cappellino (nero in un frame, bianco in un altro) hanno contribuito a sollevare dubbi.

LA DIFESA: "IMMAGINI NON NITIDE E PROVE INSUFFICIENTI"
La difesa, rappresentata dall’avvocato Andrea Pezzotta, ha sottolineato la scarsa chiarezza dei frame video e le discrepanze negli elementi raccolti. Inoltre, due telefonate attribuite al Bocia si sono rivelate incongruenti: i tabulati mostravano che, nel periodo indicato, l’imputato aveva ricevuto solo un SMS e aveva effettuato una telefonata di durata diversa da quella ripresa nelle immagini.

IL VERDETTO: ASSOLUZIONE PER INSUFFICIENZA DI PROVE
Il giudice ha deciso per l’assoluzione con formula dubitativa, riconoscendo che gli elementi portati dall’accusa non erano sufficientemente solidi per una condanna. La richiesta iniziale di 1 anno e 8 mesi avanzata dal pubblico ministero è così caduta, lasciando il Bocia libero da queste accuse, seppur ancora vincolato agli obblighi legati al suo affidamento ai servizi sociali.

UN NUOVO CAPITOLO PER IL CAPO ULTRAS
Claudio Galimberti, attualmente residente a Marotta, continua a rispettare le restrizioni legate alla sua condizione. Dopo la chiusura del ristorante dove lavorava come cuoco, si è reinventato aiutando un pescatore. La vicenda giudiziaria, conclusasi con un’assoluzione, è solo uno dei tanti capitoli che hanno segnato la vita di uno dei personaggi più noti del tifo atalantino.

Sezione: Altre news / Data: Lun 02 dicembre 2024 alle 23:55
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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