La festa dei 130 anni del Genoa sta volgendo al termine. Nell'impianto parte "Guasto d'Amore" di Bresh con la squadra che si unisce in unico abbraccio e canta a squarciagola. Un gruppo unito, sano e genuino che si appresta ad affrontare il campionato di Serie A sotto la guida di mister Alberto Gilardino: "Il fatto di aver festeggiato insieme ai nostri tifosi è stato qualcosa di bello - ha esordito in esclusiva ai nostri taccuini il difensore rossoblu Stefano Sabelli -. Come ha detto il nostro presidente Zangrillo e il CEO Blazquez, siamo solo una parte della storia del Genoa e ci fa piacere farne parte.

Che gruppo sta nascendo?
"Sta nascendo un gruppo importante con delle basi solide che aveva già l'anno scorso. Qualcuno è andato via e chi è arrivato sono bravi ragazzi che si stanno integrando al meglio".

Tre punti in tre partite: c'è più rammarico forse per qualche occasione persa o più soddisfazione per aver vinto in contro una squadra come la Lazio?
"Io non firmo per nessun risultato prima di giocare. Abbiamo incontrato la Fiorentina che l'anno scorso ha giocato le finali di Coppa Italia e Conference League, la Lazio che è arrivata seconda in campionato con la miglior difesa e il Torino che ha fatto anche quest'anno un mercato importante ed è una bella realtà. Abbiamo ottenuto quello che meritavamo".

Quanto pesa il gol subito all'ultimo contro il Torino?
"Ovviamente quando fai parte di questa categoria qua sai che se hai di fronte giocatori di questo calibro possono decidere la partita in qualsiasi momento. Sono stati bravi loro".

Sabato al "Ferraris" arriverà il Napoli campione d'Italia. Che gara sarà?
"Sarà una gara di sofferenza, dovremo fare una grande prestazione a livello difensivo cercando di sfruttare gli spazi che ci concederanno. Il Napoli è una squadra fortissima, forse la migliore del nostro campionato, ma anche loro possono concederti qualcosa".

Come si limitano giocatori del calibro di Kvaratskhelia e Osimhen?
"Dobbiamo essere contenti di giocare contro squadre così blasonate, diciamo che è un premio che ci siamo presi l'anno scorso. Affrontiamo Kvaratkhelia e Osimhen ma anche tutto il Napoli perchè hanno 15-20 giocatori che possono fare la differenza da un momento all'altro".

Ha dimostrato duttilità giocando sia a destra, suo ruolo naturale, che a sinistra.
"Per un giocatore di fascia giocare a destra o a sinistra cambia dal punto di vista dei riferimenti rispetto ad un giocatore offensivo che gioca a piede invertito. Quando sono in avanti si hanno più soluzioni, io cerco di adattarmi in entrambi i ruoli".

Che tipo di allenatore è Gilardino?
"E' un allenatore che, secondo me, è molto preparato. Ha scelto di fare esperienze anche in categorie minori. Questa è stata decisione forte perchè un allenatore con un nome così importante non sempre accetta queste soluzioni. Lui lo ha fatto e anche bene. Poi quando ha avuto l'occasione l'ha sfruttata al meglio. Ci trasmette tanto. Come allenatore si sta costruendo ma ha già basi solide a livello di persona e umanità".

Quanto è importante il ruolo dei giocatori esperti come lei con i giovani che ci sono in squadra?
"C'è il giusto mix ma, sono sincero, i ragazzi più giovani hanno comportamenti giusti, adeguati e professionali. Abbiamo la fortuna di avere dei bravi ragazzi, disposti al sacrificio".

Nel corso dell'ultimo mercato è arrivato Retegui: pronto per sfornare assist e cross per i suoi colpi di testa?
"Speriamo (sorride ndr). Speriamo possa far bene per noi e anche per lui perchè si affaccia in un campionato importante".

Che Serie A ha ritrovato?
"Il livello è medio-alto perchè le squadre che l'anno scorso hanno lottato per salvarsi hanno la propria idea di gioco e cercano tutti di proporre qualcosa. Secondo me è un livello che si va ad alzare, sarà difficile fare punti in qualsiasi campo".

L'anno scorso cavalcata in Serie A. Quest'anno qual è l'obiettivo?
"Essendo una neopromossa dobbiamo raggiungere al più presto i 40 punti".

Quest'anno la tifoseria ha dato l'ennesima prova d'amore con quasi 28mila abbonati. Un onore ma anche una responsabilità?
"E' un onore. Poi, da giocatore, avere una spinta così importante in casa, ma anche in trasferta come a Torino, è motivo di orgoglio. Noi cerchiamo di andare in campo ed essere supportati da loro. E' chiaro che vestire la maglia del Genoa con così tanti tifosi al seguito ti obbliga anche a fare dertmuinate prestazioni".

Qual è il suo rapporto con la città di Genova?
"Io vivo in pieno centro. Vivo quotidianamente la città. Poi ci sono tante persone con cui mi trovo bene. L'unica cosa un po' il traffico ma ci sono abituato essendo di Roma (ride ndr), non ho tante pretese".

Sezione: Le Altre di A / Data: Gio 14 settembre 2023 alle 10:30 / Fonte: Andrea Piras per TMW
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
vedi letture
Print