L’ultima trasferta del 2024 per il Parma è una totale disfatta. Il punto più basso della gestione Pecchia, una prestazione che ha messo in mostra tutti i limiti di una squadra con un buon potenziale, ma troppe fragilità per poter davvero sperare di far punti all’Olimpico. E' vero, la Roma è in fase di ripresa e sta tornando ed esprimersi su livelli congrui al valore della rosa, ma c’è da dire che il Parma ha reso tutto fin troppo facile alla squadra dell’ex Ranieri. L’avvio aveva illuso, con la conclusione da fuori di Bonny, ma alla prima discesa la Roma ha punito: altra ingenuità e rigore per i giallorossi che la sbloccano. Una mazzata che il Parma accusa: qui escono i limiti caratteriali di una squadra che, una volta subito il primo gol, pur avendo ancora un’eternità da giocare, ha attimi di totale sbandamento e subisce anche la seconda rete.
Sotto di due gol all’Olimpico, son davvero poche le squadre capaci di recuperare contro una Roma così. Soprattutto se, invece di impensierire un avversario ancora fragile a livello mentale nonostante la cura Ranieri, tu gli spiani la strada rendendogli la gara in discesa. Mantenendo la gara in equilibrio, forse qualche preoccupazione sarebbe venuta ai giallorossi, ma con due gol di margine la Roma ha potuto esprimersi con serenità, mostrando tutta la propria qualità. Ad onor del vero, nel primo tempo il Parma ci ha provato, con iniziative individuali e anche con qualche, seppur molto sporadica, azione corale. Il problema però sorge quando la palla è tra i piedi degli avversari. Puntualmente, in un modo o nell’altro, nelle ultime settimane ogni squadra riesce a trovare un pertugio e rendersi pericolosa. E così per la Roma è stata festa grande, con 5 reti segnate, il ritorno al gol di Dobvyk cercato in tutti i modi e un passivo che è pesante e umiliante.
Tante le difficoltà, soprattutto contro le squadre costruite con la difesa a tre. Il Parma soffre terribilmente l’ampiezza sulle fasce: era successo con il Cagliari e l'Udinese, poi con l’Atalanta, il Verona e ora anche la Roma. La rete di Saelemaekers è proprio l’esempio più lampante di questa difficoltà. Sarebbe però riduttivo limitare l’analisi a questo particolare: la verità è che nelle ultime uscite, il Parma, con questo assetto e approccio, non è riuscito a mantenere gli equilibri. L’atteggiamento spavaldo e propositivo è insito nel DNA di questa squadra ed è giusto valorizzarlo, ma qualche accorgimento in più da parte dei singoli o nelle scelte potrebbe esser fatto. Lo impone la classifica e soprattutto il numero di gol subiti, 15 nelle ultime 5 partite. Con una media di tre gol subiti a partita, la salvezza è impossibile.
E’ giusto allora rivedere qualcosa, magari tornando alla compattezza vista a Bologna o Como. Così non si può andare avanti, soprattutto se la rosa continua ad essere tempestata da infortuni (ieri anche Valeri e Delprato sono usciti acciaccati). Adesso inizia un mese decisivo, dove probabilmente il Parma si gioca una buona fetta di salvezza. Settimana prossima è gara quasi da dentro fuori, non tanto a livello di classifica ma soprattutto di umori e entusiasmo nell’ambiente, contro un Monza in grande difficoltà. A seguire il Torino per chiudere il girone di andata, poi Genoa e Venezia. Quattro sfide che ci diranno tanto della stagione del Parma: bisogna fare punti, andando oltre infortuni e difficoltà. Non ci sono alternative, altrimenti diventa davvero difficile salvarsi.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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