Ci sono due squadre italiane appaiate al primo posto in classifica nella Youth League. Si tratta di Atalanta e Inter (allenate da Giovanni Bosi e Andrea Zanchetta) che hanno vinto tutte e tre le prime partite della competizione. Rispettivamente con Arsenal, Shakhtar e Celtic i bergamaschi, Stella Rossa, Manchester City e Young Boys i meneghini. Con loro c'è solo la compagnia del Salisburgo, squadra della Red Bull con una forte filosofia orientata sui giovani, quasi da serbatoio per il Lipsia. Sembrerebbe quasi che il nostro calcio, almeno a livello, sia sempre più competitivo. Quindi dove si perdono i nostri giovani?

È una domanda da farsi quando i club preferiscono puntare sempre sugli stranieri. Magari più pronti per una questione di esperienza, oppure semplicemente più vecchi. E il dato del CIES di ieri è abbastanza chiaro: nei cinque campionati top, ci sono solo sette squadre di Serie A quando la media sarebbe di dieci a campionato. Vuol dire acquistare giocatori mediamente più esperti per cercare di trovare una "sicurezza" in loro. Anche perché pochissimi nostri giovani passano dalla Primavera alla prima squadra.

La Juventus sta facendolo diversamente in questo periodo, con Thiago Motta. L'Inter non tira fuori un giocatore di alto livello dalla Primavera dai tempi di Balotelli e Santon. Il Milan se non altro ha fatto esordire Camarda a 16 anni e pochi mesi, in Champions League, in una formazione con un solo italiano che, per esplodere, è dovuto emigrare al Villarreal per sei mesi. L'Atalanta fa un discorso diverso, li fa esordire e poi li vende molto spesso, tranne Scalvini (per ora). Nemo propheta in patria (sua), nessuno è profeta in patria. Un detto latino che ben si confà al nostro modo di ragionare.

Sezione: Primavera 1 / Data: Sab 26 ottobre 2024 alle 14:00
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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