È arrivato da poco più di un mese, ma per Daniel Maldini quella con l’Atalanta è già diventata una tappa fondamentale della sua carriera. L’attaccante classe 2001 si è calato rapidamente nella realtà di Zingonia, pronto a scrollarsi di dosso un’etichetta pesante e a dimostrare tutto il suo valore in una squadra da vertice. Ecco come sta vivendo questo primo periodo bergamasco e lo racconta in una lunga intervista a L'Eco di Bergamo
IL PASSAGGIO ALL’ATALANTA
Come è maturata la decisione di passare all’Atalanta già a gennaio?
«Inizialmente sembrava tutto definito per l’estate. Poi ho sentito la forte determinazione dei Percassi e di mister Gasperini: hanno spinto perché venissi subito, e così la scelta è diventata molto semplice. Quando un club ti fa sentire così voluto, non puoi aspettare troppo».
L’INSERIMENTO IN GRUPPO
Hai già instaurato un buon rapporto con qualcuno nello spogliatoio?
«Devo dire che l’accoglienza è stata ottima fin da subito, sia da parte dei giocatori più esperti come Marten de Roon, sia da tutti gli altri compagni. Mi sono sentito a mio agio dal primo giorno, nonostante l’esperienza di un inserimento a metà stagione non sia mai facile».
ATALANTA, REALTÀ IDEALE
Che idea ti eri fatto dell’Atalanta da fuori?
«Era chiaro che fosse il posto ideale per fare uno step importante nella mia carriera. Una società seria, molto ben organizzata, con strutture che ti permettono di dare sempre il massimo. A Zingonia ho avuto la conferma di ciò che immaginavo dall’esterno. Anche se devo dire che nella mia carriera finora, da Milanello al centro del Monza, ho sempre trovato ottime condizioni per lavorare».
MALDINI E IL PESO DEL COGNOME
Come vivi la responsabilità del tuo cognome?
«Non la vivo come una pressione. So che può sembrare strano, ma da sempre sono abituato a convivere con questa situazione e non mi ha mai dato fastidio, neanche da piccolo. Più che un peso, è qualcosa che ti abitui a gestire naturalmente».
L’AIUTO DI PAPÀ PAOLO
Tuo padre ti consiglia nelle decisioni calcistiche?
«Certamente mio padre, con la sua esperienza, è prezioso. Mi ha dato consigli importanti, ma tutta la famiglia mi sostiene sempre nelle scelte, incluso questo passaggio all’Atalanta. È fondamentale avere persone vicine che ti supportano».
PRIMA IMPRESSIONE DI GASPERINI
Che impatto hai avuto con Gasperini e il suo metodo?
«È vero, tutti dicono che il calcio di Gasperini è molto particolare e lo confermo. Richiede tempo adattarsi, ma sto imparando in fretta e fisicamente sto sempre meglio dopo l’infortunio. Sto entrando nei meccanismi del suo gioco e ogni giorno noto miglioramenti».
CONDIZIONE FISICA E GOL
Cosa ti è mancato finora per segnare di più?
«Probabilmente una continuità fisica ottimale e il fatto di giocare in posizioni spesso diverse. È vero che i numeri non mentono e devo fare meglio sotto porta. Sono convinto però che, inserendomi bene negli schemi offensivi dell’Atalanta, potrò incrementare gol e assist in modo naturale».
LA SVOLTA IN CARRIERA
Sei passato dalla lotta salvezza alla corsa scudetto e Champions. Cambia molto?
«Le motivazioni sono altissime ovunque. Certo, gli obiettivi sono diversi, ma la determinazione e gli stimoli che servono in campo sono sempre gli stessi. Il salto di qualità, però, è evidente».
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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