Ci sarebbe da iniziare con un riassunto delle puntate precedenti. Mentre tutti parlavano di rinegoziazione con Oaktree del debito di Zhang, noi dicevamo l'esatto contrario perché se è vero che la realtà nel calcio supera di molto la fantasia, quando si parla di finanza e soldi tutto diventa molto normale. Come può un fondo che vede un'azienda come l'Inter perdere quasi 500 milioni in tre anni, senza riavere il becco di un quattrino dei 385 che la proprietà cinese avrebbe dovuto per ripagare il bond, lasciare di nuovo il comando solo grazie a una rinegoziazione del tasso di interesse? A questo punto meglio prendere il comando, poi si vedrà.

Cosa farà Oaktree? È un punto nebuloso ma l'inizio è incoraggiante. Lautaro ha trovato l'accordo con un sostanziale aumento di stipendio che lo porterà a 9 milioni (più premi, facciamo 10 totali circa e non ci sbagliamo), mentre Barella lo aveva già dopo Riyad - nella Supercoppa vinta con l'Inter - e perfezionato a Madrid. Le firme non ci sono, ma se gli accordi verranno verbalizzati entrambi rimarranno. Forse: perché se arriva un'offerta da 150 milioni per Lautaro o per Barella, l'Inter cosa farebbe? Tutti i giocatori di tutte le squadre con debiti sono cedibili e l'Inter ne ha una valanga. Ecco, se Oaktree pagherà anche il resto dei debiti che i nerazzurri hanno - e sono eredità, paradossalmente, sia di Moratti che di Thohir che dello stesso Zhang - saremo di fronte a una potenza. Economica, soprattutto, ma anche calcistica. La strada verso una normalizzazione dei costi forse non è così vicina, l'Inter dovrà vendere ogni anno per non andare in segno meno ogni volta. Però lo stadio a ogni partita a eliminazione diretta frutta 10 milioni. L'anno scorso il fatturato era intorno ai 90, solo dal ticketing. Cosa significa? Che le big d'Europa non sono lontane. Bisognerebbe puntare sul merchandising, sull'avere magari San Siro di proprietà - cosa praticamente impossibile - o comunque redditizio. La realtà è anche un'altra: la redditività dev'essere al netto delle spese. Costruire un centro sportivo pazzesco e doverlo mantenere è un costo oppure un valore? Domanda difficile, ma d'altro canto se si crede alla crescita infinita dei club di calcio siamo davanti, probabilmente, a un collo di bottiglia. O Andrea Agnelli, in alternativa.

E qui finiamo nell'ultima parte dell'editoriale. Se i debiti li paga Pantalone (e QUI svisceravamo l'argomento) è giusto che nessuna squadra fallisca, nemmeno l'Inter. Lo ha fatto Exor con la Juventus, lo ha fatto Elliott con il Milan. Forse lo faranno i Friedkin con la Roma (per ora ne hanno investiti 500 e siamo ancora ben lontani). Il nostro calcio ha vissuto moltissimo sopra le proprie possibilità, allontanando i debiti di anno in anno. I problemi di sessione in sessione. Salvo poi trovarsi riempiti di debiti. Però i dirigenti hanno avuto stipendi da favola per degli anni, vivendo di luce riflessa e ora possono tranquillamente permettersi di vivere di rendita. Tanto, se dai due o tre milioni al ventesimo della rosa che proviene dal Belgio (Olanda, Spagna, Sudamerica, Isole Comore) invece che sfruttare il vivaio per tappare i buchi - e creare valore - qualcuno poi dovrà pagarlo.

Esatto, Pantalone. Oaktree, se preferite. Il Fair Play Finanziario così come concepito non ha nessun senso, ma alla UEFA pensano solo a mantenere il potere in qualche modo. D'altronde pure loro hanno stipendi d'oro (e non avete mai visto i benefit).

Sezione: Altre news / Data: Sab 01 giugno 2024 alle 11:06 / Fonte: Andrea Losapio per TMW
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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