Per la prima volta nella storia del calcio italiano, con un finale non certo per i deboli di cuore, un derby di Milano assegna lo scudetto. Per la ventesima volta nella sua storia, l'Inter è campione d'Italia. I nerazzurri superano col risultato di 2-1 il Milan, per la sesta volta di fila - eguagliato il record di vittorie fissato nel dopoguerra - e conquistano il tricolore con cinque giornate d'anticipo. A San Siro, non c'è storia dall'inizio alla fine, o quasi, complice il nervosismo di un Diavolo che non riesce a evitare neanche l'umiliazione di vedersi i rivali di una vita esultare il faccia ma almeno regala un finale al cardiopalma grazie alla rete della speranza di Fikayo Tomori. Il triplice fischio è per l'Inter il coronamento di una stagione da incorniciare, è la grande rivincita di Simone Inzaghi, che in un derby si è visto sfuggire il tricolore e in un derby se lo è ripreso, mentre Stefano Pioli incassa i mugugni dei suoi tifosi e prepara i bagagli. I gol scudetto, non sarà mica un caso, li firmano Francesco Acerbi e Marcus Thuram: il pretoriano del tecnico e l'acquisto che più ha inciso in questo campionato di Serie A. Esulta l'Inter che ha dominato la stagione, esulta dalla Cina il presidente Steven Zhang che diventa così il secondo più vincente nella storia del club, agganciando Angelo Moratti. Derby bagnato, derby fortunato. Ma la fortuna, in un successo ampiamente meritato, c'entra fino a un certo punto.
Nervi tesi e la zuccata di Acerbi: 1-0 Inter a fine primo tempo. Altro che dichiarazioni diplomatiche: scintille sin dal fischio d'inizio, addirittura più in campo che in curva. Theo stende Barella e parte la rissa, subito sedata da Colombo. A fare la partita è l'Inter, che la sblocca pure. Thuram inizia il suo show conquistando un calcio d'angolo: Calhanoglu batte, Pavard prolunga. Acerbi, tutto solo, infila l'1-0. I nerazzurri costruiscono occasioni su occasioni. Due le più clamorose: Lautaro spara alto, Thuram scheggia il palo per cercare l'eccessiva precisione. La reazione milanista c'è, sulle ali di Musah che sprinta a destra e serve Leao: la conclusione del portoghese, nonostante la presa in due tempi un po' impacciata di Sommer, non è davvero pericolosa. Nel finale di frazione, sono Sommer e Maignan a ergersi in cattedra. Lo svizzero neutralizza la botta a colpo sicuro di Calabria, su cross di Musah dalla destra. Sul ribaltamento di fronte, Thuram offre un rigore in movimento a Mkhitaryan: eccezionale il francese, come Pavard pochi minuti dopo a chiudere Leao in angolo e sigillare l'1-0 Inter a fine primo tempo.
Thuram dà il via alla festa, Tomori. La ripresa non cambia la storia della partita, anzi. Al 49' l'Inter passa ancora, questa volta fa praticamente tutto da solo Thuram che sul primo palo fiocina Maignan. È l'inizio della festa in Curva Nord, la capolista se ne va e Pioli cerca contromisure: fuori Reijnders, dentro Giroud, mentre la Curva Nord canta il coro più famoso nell'estate dello scudetto rossonero. Il cambio non sortisce i suoi effetti, come faranno gli altri di una partita che diventa una sorta di passerella nerazzurra, mentre i tifosi del Milan provano a nascondere nella nebbia dei fumogeni una delle ultime uscite di una stagione che per entrambe le squadre di Milano resterà nella storia. A riaccendere la speranza, quando l'Inter ha forse esagerato nel considerare cucito lo scudetto, ecco Tomori. Il tap-in dell'inglese, dopo la smanacciata di Sommer sul colpo di testa di Gabbia, vale il 2-1 e dieci minuti di fuoco, chiusi nel peggiore dei modi con Theo e Dumfries, espulsi entrambi, che si mettono le mani al collo. Rosso anche a Calabria nel finale per un colpo proibito nella mischia prima del corner che ha suonato il gong sulla partita.
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