C’era qualcosa di romantico e irresistibile nella corsa Scudetto dell’Atalanta. Un'idea potente, quasi rivoluzionaria, che aveva infiammato non solo Bergamo, ma tutti gli appassionati del calcio italiano. A metà febbraio, quando Gian Piero Gasperini uscì per la prima volta allo scoperto annunciando al mondo intero che la sua squadra avrebbe tentato l’impresa, il campionato sembrava pronto a spalancare le porte alla favola perfetta: il miracolo sportivo per antonomasia, quello di un club partito senza i favori del pronostico e arrivato a contendere il titolo alle grandi potenze storiche del nostro calcio.
La Dea aveva conquistato una posizione privilegiata giocando un calcio offensivo, spettacolare, frutto della filosofia gasperiniana che mai, fino a quel momento, aveva mostrato così apertamente l’ambizione massima, il tricolore. Le dichiarazioni di febbraio, seguite dalla netta vittoria a Empoli, con quel 5-0 roboante che sembrava confermare le intenzioni nerazzurre, avevano creato un entusiasmo senza precedenti, contagiando tifosi e calciatori, galvanizzati dalla prospettiva di riscrivere la storia.
Ma ogni favola, prima o poi, deve fare i conti con la realtà. E la realtà per l’Atalanta è arrivata sotto forma di discontinuità, una parola che a Zingonia conoscevano poco nelle ultime stagioni, abituati a chiudere i campionati con sprint devastanti. Stavolta la Primavera nerazzurra ha tradito le attese, incapace di mettere in fila una serie di risultati positivi che avrebbe potuto lanciare i bergamaschi verso il paradiso calcistico. Troppi i punti persi per strada, troppi i passi falsi contro avversari sulla carta abbordabili, troppe le occasioni mancate per poter tenere il ritmo di un’Inter tornata dominante proprio nel momento decisivo.
La sconfitta nello scontro diretto con i nerazzurri milanesi, prima della sosta, aveva già fatto scattare il primo allarme; oggi, il ko al Franchi contro la Fiorentina è stato il definitivo bagno di realtà che ha spento definitivamente ogni velleità tricolore. «Il sogno Scudetto è finito», ha ammesso Gasperini senza più girarci intorno, con quel tono consapevole di chi sa di aver probabilmente sfiorato l'impresa irripetibile.
Ora però la sfida che attende l'Atalanta non è meno complicata, forse è persino più difficile: blindare un posto in Champions League e respingere l’assalto di avversarie che dietro corrono forte e incalzano, sentendo l’odore della preda che vacilla. Gasperini dovrà recuperare lucidità, concentrazione e fiducia, cancellando la delusione di un sogno infranto e trovando nuove motivazioni per chiudere al meglio un campionato comunque da applausi.
La Dea si risveglia oggi con la consapevolezza di aver visto svanire un sogno straordinario, ma anche con l'orgoglio di averci creduto fino in fondo, offrendo a Bergamo e a tutto il calcio italiano la possibilità di credere, anche solo per un istante, che l’impossibile potesse diventare realtà.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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