Nell’amarezza dell’ennesima sconfitta interna dell'Atalanta contro la Lazio, emerge con forza la figura silenziosa e autorevole di Marco Carnesecchi, una presenza diventata ormai certezza. Al Gewiss Stadium si è consumata una sfida nella sfida: il duello silenzioso tra il numero uno atalantino e il sorprendente Mandas, scelto da Baroni al posto di Provedel. Se il giovane portiere biancoceleste ha risposto presente dimostrando qualità e sicurezza, Carnesecchi ha fatto molto di più: ha tenuto in vita la sua squadra per 90 minuti, salvando più volte la Dea dal naufragio totale.
Marco Carnesecchi è stato ancora una volta il migliore in campo, e non è la prima occasione in questa stagione. Escludendo il mese in cui un infortunio lo ha messo fuori gioco, affidando temporaneamente i guanti a Rui Patricio, il numero uno nerazzurro ha mantenuto una media di prestazioni straordinaria, spesso al di sopra delle turbolenze della squadra. È da tempo, ormai, che Carnesecchi garantisce affidabilità totale, personalità da veterano e talento cristallino. Ha convinto Bergamo, ha conquistato la fiducia di Gasperini, ha zittito ogni dubbio.
Ora è il momento che il Ct della Nazionale Luciano Spalletti guardi in direzione del Gewiss Stadium con occhi nuovi e valutazioni definitive. Dietro al monumentale Donnarumma, il commissario tecnico dell’Italia ha dimostrato grande attenzione per Provedel e Meret, portieri certamente di valore ma non superiori, almeno oggi, al giovane talento cresciuto a Zingonia. Carnesecchi non sta bussando alla porta della Nazionale con discrezione: sta letteralmente abbattendo quel portone a suon di parate e interventi decisivi, una costanza che merita un premio immediato.
Per Carnesecchi, la chiamata in azzurro non sarebbe un semplice riconoscimento, ma la naturale conseguenza di un percorso di crescita inarrestabile, iniziato dalla stagione scorsa nel duello con Juan Musso, vinto con sacrificio, determinazione e talento. Oggi nessuno a Bergamo rimpiange altre scelte, perché la sicurezza che trasmette il portiere romagnolo è totale. È maturo, è pronto, è tecnicamente completo. In poche parole, è azzurro.
La sfida tra Atalanta e Lazio ha ribadito ancora una volta questa verità, ponendo sotto i riflettori non solo l'affidabilità di Carnesecchi ma anche la sua netta superiorità rispetto a molti rivali per la maglia azzurra. Se Mandas ha impressionato, Carnesecchi ha convinto. Se Provedel è ormai una certezza in Serie A, il numero uno dell'Atalanta non gli è da meno, anzi.
Spalletti ha già dimostrato di essere un selezionatore attento e aperto al cambiamento, pronto a valorizzare i talenti più brillanti del nostro calcio. Carnesecchi, in questo senso, non è più una promessa, è una certezza su cui puntare con decisione.
Ignorare oggi le sue qualità e la sua costanza sarebbe una leggerezza, una mancanza che l’Italia del pallone non può permettersi. L’Atalanta sta vivendo un momento difficile, ma Carnesecchi ha già vinto la sua battaglia personale. Spalletti ha davanti a sé un’opportunità: quella di scegliere non solo un grande portiere, ma un autentico punto di riferimento per il futuro azzurro. Sarebbe un errore non coglierla subito.
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