ZINGONIA - Sotto a chi tocca. Nella girandola dei nomi destinati a uscire dal mazzo della sala stampa, dopo Jack Bonaventura l'alfiere nerazzurro scelto per incrociare i guantoni della dialettica prepartita in vista del lunch match con il Palermo è Federico Peluso. Ovvero il pennellone romano arruolato due stagioni or sono e capace di fare le scarpe a un momumento come Gianpaolo Bellini, spodestandolo di fatto dalla prediletta corsia sinistra della difesa dell'Atalanta. A Genova l'annata del difficile recupero dal gap di sei punti non è iniziata benissimo, con quel mezzo malinteso tra il numero 13 e Stefano Lucchini che ha spalancato a Mesto l'autostrada del 2-2. Ma il terzino cresciuto nella Lazio avrà modo di rifarsi, puntellando da par suo un reparto cruciale per la conquista della salvezza.

Il bell'esordio in campionato col Genoa ha soddisfatto tutti. Per il gioco espresso, più che per il risultato che sta un po' stretto.
"Si può migliorare. I primi cinque minuti abbiamo sofferto troppo, poi siamo andati in scioltezza sciorinando una manovra aggressiva".

Peccato per il 2-2.
"Quando si è in due su una palla non si sa mai chi è il primo a doverla chiamare. Con Stefano è andata così, sono cose che capitano e fanno parte del calcio. Mi dispiace molto, ma troveremo un nostro equilibrio anche negli episodi. Non abbiamo motivi per esaltarci e nemmeno per abbatterci".

La differenza con la serie B è netta. Si rischia di più, ma si aprono anche molti più spazi.
"Proprio per questo non bisogna sbagliare, l'errore è da evitare come la peste. La mentalità però deve rimanere quella che ci ha consentito di dominare la stagione cadetta. Scendere in campo con il coltello fra i denti è un imperativo categorico".

Ora la prima gara davanti al pubblico amico. Saranno davvero decisive, come si dice, le partite in casa?
"Sicuramente con i nostri tifosi in massa siamo favoriti, l'ambiente è più caldo e possiamo contare su un sostegno costante nell'arco dei match. Per la salvezza non dobbiamo mollare nemmeno in trasferta: certo, al Comunale non abbiamo alibi".

Quale sarà la ricetta più appetitosa per mangiarsi i rosanero all'ora di pranzo?
"L'intensità. Anche se tecnicamente siamo ben messi e non temiamo nessuno, correre di più dell'avversario di turno è sempre una buona soluzione. Il Genoa domenica scorsa è finito spesso e volentieri alle corde, finché siamo riusciti ad accelerare e sfruttare il contropiede".

Solito spezzatino apparecchiato dal calcio schiavo delle televisioni, comunque. Ti era già capitato?
"Ho un precedente con la Fiorentina, come alcuni dei miei attuali compagni (il 5 aprile 2009, 1-2: fu anche espulso, NdR). Ci si deve abituare per forza. Peccato che non si sia mai certi di quel che si deve mangiare e soprattutto in quale misura. Colazione o pranzo? Pastasciutta o pasto leggero? Sono bei dilemmi...".

Sezione: Zingonia / Data: Mer 14 settembre 2011 alle 13:37
Autore: Simone Fornoni
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