Raffaele Palladino aveva parzialmente ragione quando, al termine della rimonta con il Monza, ha spiegato che dopo la sosta di campionato si sarebbe vista una Fiorentina diversa rispetto a quella che aveva balbettato in avvio di stagione. I primi 44’ di partita del Gewiss Stadium, in effetti, hanno raccontato qualcosa del genere: un modulo nuovo (il 3-5-1-1) che sembrava funzionare quasi alla perfezione, una mediana in grado di fare scudo alla difesa in modo più che efficace e un attacco che col suo centravanti continuava a segnare. C’è però un grosso “ma”. Ed è il minuto di gara numero 45, quello attorno al quale è girata tutta la partita di Bergamo: 60” di nebbia totale che hanno condannato Biraghi e soci al primo ko stagionale e che hanno riportato sul banco degli imputati quegli stessi difetti nei quali la Fiorentina era inciampata nelle prime uscite stagionali.

Le dormite difensive sul secondo pareggio nerazzurro di De Ketelaere e sul clamoroso vantaggio di Lookmann hanno infatti confermato che il reparto arretrato resta quello con alla base i maggiori problemi: a conti fatti, compresi i quattro gol incassati dalla Puskas Akademia, la Fiorentina ha incassato la bellezza di dieci reti in questo avvio di annata, una media di quasi due a partita che non possono non essere un fortissimo campanello d’allarme. Al quale stavolta si uniscono altri due aspetti negativi: l’ormai acclarata difficoltà da parte di Andrea Colpani di saper fare la differenza (nemmeno con un modulo diverso, pur al netto di un leggero passo in avanti, l’ex Monza ha saputo creare mezza palla pericolosa) e il blackout mentale che è subentrato nelle menti dei giocatori dopo la rete del 2-2. Un aspetto - quello psicologico - che invece, fino a poco fa, era stata l’arma in più della squadra di Palladino, un gruppo che anche nelle sfide dove era andata in svantaggio (col Parma e col Monza) e aveva rischiato grosso (a Felcsut) ha saputo tirar fuori il meglio di se stesso.

Adesso la prima vera settimana “tipo” della Fiorentina dovrà servire al gruppo di Palladino per ricaricare le pile e correggere a tempo di record le tante difficoltà emerse nella ripresa della gara del Gewiss: rischiare di allungare a sette le gare senza vittoria (e di peggiorare una classifica che già oggi è ben poco lusinghiera) potrebbe essere esiziale, in un momento già cruciale della stagione.

IL PENSIERO DELL'EX VIOLA E CAMPIONE DEL MONDO 82 CICCIO GRAZIANI:

L'Atalanta in lotta per lo scudetto? Non esageriamo, Percassi può dire quello che vuole. Non possono competere per quell'obiettivo. Non è la tattica che ti fa vincere le partite, ma i giocatori. Io dissi subito che non mi piaceva questo modo di giocare a tre di PalladinoQuesta per me è una buonissima squadra, manca Gudmundsson. Dobbiamo aspettare che i nuovi arrivati si inseriscano a pieno negli schemi. Palladino deve capire che può anche cambiare, soprattutto in queste situazioni. Se ti girano storte le prossime partite, inizia mettere in discussione anche lui. Ma poi, Beltran? La società dovrebbe dirgli di provarlo, perché è stata versata una grossa somma per prenderlo. Magari adattando il modulo per farlo giocare con Kean e Gudmundsson. Il centrale in difesa lo fa meglio Comuzzo, basta mettere Biraghi nei tre dietro.

Sezione: L'avversario / Data: Lun 16 settembre 2024 alle 08:30 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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