Non è stata solo una rete quella segnata da Mateo Retegui al Bologna: è stato molto di più. È stata una risposta decisa alle critiche, la conferma di un cambio di passo chiesto con insistenza da Gian Piero Gasperini. Perché l'Atalanta non vive solo dei gol del suo centravanti, ma pretende da lui movimento, pressing e un costante sacrificio per il collettivo. Domenica scorsa, Retegui ha dimostrato di aver assimilato la lezione, trasformandosi nell’attaccante totale che il tecnico nerazzurro cercava da tempo.
GASPERINI E QUELLA SETTIMANA DI PRESSING
Prima della gara col Bologna, Gasperini non aveva fatto sconti al suo centravanti - spiega e approfondisce L'Eco di Bergamo -. Per tutta la settimana lo aveva incalzato, pungolato, martellato con insistenza perché capisse che da lui voleva più che semplici reti. Gli ha spiegato, con pazienza e fermezza, che il vero Retegui, quello che serve alla squadra, è un calciatore che corre, che lotta su ogni pallone, che apre spazi e li occupa con intelligenza. Un leader tecnico e tattico, insomma. E Mateo ha risposto come meglio non poteva, giocando – parola di Gasperini – «la sua miglior partita da quando veste la maglia nerazzurra».
NON SOLO ATTACCO, MA SACRIFICIO
Per l'allenatore atalantino, un centravanti è la prima pedina della difesa: da lui parte il pressing, la pressione sull’avversario, la riconquista immediata del pallone. Domenica, Retegui non solo ha attaccato la porta, segnando e servendo assist, ma ha rincorso, lottato, pressato fino allo sfinimento, soprattutto nel secondo tempo, quando la squadra ha abbassato il baricentro e si è affidata alle sue ripartenze. Un dispendio di energie enorme che ne giustifica anche la sostituzione, ma che è esattamente ciò che Gasperini vuole vedere sempre dal suo bomber.
UN ABBRACCIO CHE VALE UNA SVOLTA
Quel lungo abbraccio tra Gasperini e Retegui, nel momento in cui il centravanti è uscito dal campo, non è stato solo un gesto di gratitudine. È stato un messaggio: «Così è come voglio che giochi sempre». Perché Retegui era sembrato un po’ staccato dal resto della squadra nelle ultime settimane, un po’ troppo focalizzato sul gol, perdendo a tratti il senso del gioco collettivo. Ora, invece, la strada appare chiarissima e Mateo l’ha compresa perfettamente.
IL RECORD DI INZAGHI NEL MIRINO
Intanto, la rincorsa alla storia continua. Il prossimo gol in campionato permetterà a Retegui di raggiungere Filippo Inzaghi, l’unico nerazzurro capace di laurearsi capocannoniere della Serie A nel 1996-97 con 24 reti. Un traguardo prestigioso che sembra ormai a portata di mano, e che potrebbe addirittura essere migliorato: con due gol l’argentino sarebbe il miglior marcatore di sempre della Dea in un singolo campionato. Un obiettivo che diventa più realistico proprio grazie a quel lavoro di squadra che Gasperini gli ha insegnato ad amare.
LA SCARPA D'ORO, UN SOGNO ANCORA POSSIBILE
Con la classifica cannonieri già quasi ipotecata, visto il vantaggio di sei reti su Moise Kean, il sogno proibito rimane la Scarpa d’oro europea. Un obiettivo forse ancora distante, ma che non è più impossibile se Retegui continuerà a giocare con la stessa grinta e la stessa dedizione mostrata contro il Bologna.
DEA E RETEGUI: UNA NUOVA ERA
Così, mentre i tifosi nerazzurri sognano, Gasperini sorride soddisfatto: la sua cura ha funzionato, il suo centravanti ora è il giocatore totale che voleva. E se Mateo continuerà su questa strada, il finale di stagione potrebbe riservare all’Atalanta altre bellissime sorprese. Perché adesso, più che mai, Retegui e la Dea sembrano fatti l’uno per l’altra.
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