Igor Tudor e il suo staff stanno conquistando la Juventus. Perché hanno fatto del lavoro, della serietà, dell'approccio a testa bassa senza filosofie e troppi giri di parole il proprio credo. Non ha il volo e il pedigree e la storia del tecnico da prima pagina, per questo il croato raccoglie ben pochi entusiasmi e forse anche consensi. Non ha palmares, non ha trofei, non ha successi. Ha una carriera condita pure da esoneri, dimissioni, piazzamenti. Poca gloria, ma certamente alla Juve per lui la storia è diversa. Conosce l'ambiente, sa i tasti da toccare, sa i margini del suo ruolo, del suo operato ed è pure un aziendalista nelle scelte di mercato.
Così Tudor sta convincendo Giuntoli e la Juventus
L'approccio juventino di Tudor, di Javorcic e di tutto lo staff sta piacendo molto a Cristiano Giuntoli e alla proprietà bianconera. Sa, il croato, di avere l'occasione della sua vita. Che forse neanche s'aspettava in questo momento della carriera ma, intelligentemente, non sta spremendo ogni goccia della possibilità tutto subito, ma cercando di capire, gestire, di amministrare e anche di rivoluzionare. Ha portato il suo credo tattico adattando però la sua filosofia agli uomini in rosa. Sacrificati e sacrificabili. In ogni squadra ci sono sempre, ma non è un caso se a pagare nelle scelte di Tudor sono i calciatori arrivati in prestito secco, quelli che non rappresentano un asset per la Juventus. Questo è un messaggio arrivato anche dalla proprietà alla dirigenza: basta con le occasioni di pochi mesi, la Juve vuole (e deve) costruirsi i propri capitali in casa senza valorizzare quelli altrui o averne altri solo pro tempore. Insomma, se la Juventus dovesse qualificarsi per la Champions League, allora sul piatto della bilancia del domani Igor Tudor avrà un grande peso specifico. Anche se appeal, palmares, storia e gloria da tecnico non pendono dalla sua parte, la Juve potrebbe vedere nel suo aziendalismo, nella sua volontà di unità, di valorizzazione, di sacrificio, le armi giuste per riaprire un ciclo.
Le idee concrete di Giuntoli: Conte e Gasperini
Giuntoli ha due idee, in primis, sulle quali sta riflettendo. Antonio Conte che ha un contratto con il Napoli e Gian Piero Gasperini che ne ha uno con l'Atalanta. Al netto delle ultime voci, il tecnico salentino non ha ancora sciolto le riserve sul futuro: dovesse arrivare una chiamata da John Elkann e da Giuntoli, sarebbe complicato per lui resistere al grande amore della vita e di una carriera. Ci sarebbe poi la questione addio agli azzurri su cui riflettere, chiaramente, ma la pista è concreta, con pro e contro. Perché le stagioni di permanenza di Conte su una panchina raccontano che non è tipo da progetto duraturo e a lunghissima scadenza, la Juve vorrebbe invece provare a ripetere quel che l'Inter ora sta facendo con Inzaghi. Certo, la Vecchia Signora per Antonio ha un fascino unico e potrebbe anche decidere di cambiare in questo approccio, ma non sarà facile, così come far collimare il suo impeto e le sue (legittime) richieste sul mercato con le strategie societarie. E poi c'è Gian Piero Gasperini, per il quale il sondaggio è stato altrettanto concreto, che può salutare l'Atalanta, che come Conte piace al Milan, che è stato contattato pure dalla Roma. A Bergamo ha aperto un ciclo lunghissimo, la carta d'identità non gioca a favore dell'idea che possa fare lo stesso a Torino ma idee, valorizzazione del talento e qualità sono indiscusse. Certo, il carattere di entrambi è complicato e bello tosto, gestirli per una società non è la stessa cosa che farlo con un profilo (ma solo per carriera da tecnico) come Tudor. E anche questo pesa nella scelta della Juventus che verrà. Poi arriverà il tempo del mercato e state certi: in ogni reparto, la Juve è pronta a fare letteralmente un'altra rivoluzione...
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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