Fino a qualche settimana fa, parlare dell'attacco dell'Atalanta significava evocare fantasia, velocità e gol. Invece, contro la Lazio, ciò che ha colpito di più non è stata la qualità o la tecnica, rimaste intatte, bensì l'incredibile mancanza di coraggio nel momento decisivo. Retegui, Lookman e De Ketelaere, protagonisti assoluti fino a un mese fa, sembrano aver perso quella feroce determinazione che li aveva resi un terrore per le difese avversarie. Ne approfondisce le dinamiche Il Corriere di Bergamo, ecco quanto evidenziato:
COS'È SUCCESSO A RETEGUI?
Retegui, bomber infallibile, capocannoniere con 22 reti, con Lazio ha avuto l'occasione giusta al 50’: faccia a faccia con Mandas, ha preferito un tiro comodo e centrale, facilmente neutralizzato dal portiere. Stupisce perché lo stesso Retegui, con Juve ed Empoli, non aveva esitato a mirare con chirurgica precisione all'angolo opposto, inarrivabile per qualsiasi portiere. È venuta meno la freddezza o forse la sicurezza di chi sa esattamente cosa fare nell'istante decisivo.
LOOKMAN, DOV'È FINITA LA SPREGIUDICATEZZA? Lookman è stato per mesi il simbolo dell'aggressività nerazzurra: rapido, feroce, spregiudicato. Ha segnato in ogni modo possibile, con dribbling audaci e tiri improvvisi. Eppure, nella sfida con la Lazio, al 27’ e poi al 29’, il nigeriano ha rinunciato all'istinto, preferendo un passaggio arretrato e un esitante controllo della palla. Proprio lui che ha sempre cercato l'area e la porta, quasi con prepotenza, si è invece fermato sull’uscio dell’area, lasciando morire l'azione.
IL DIGIUNO INFINITO DI DE KETELAERE - Charles De Ketelaere non va in rete da oltre cento giorni: un’eternità per chi era diventato determinante con inserimenti improvvisi e soluzioni spettacolari. Con la Lazio, il belga non ha neppure sfiorato la porta, preferendo restare defilato e lontano dalla zona calda, dove invece aveva segnato gol decisivi in passato. Una trasformazione inspiegabile, che incide pesantemente sul rendimento di tutta la squadra.
MANCANO ISTINTO E AUDACIA - Cosa è cambiato dunque? È semplice: l'Atalanta, anziché giocare con naturalezza e istinto, ora sembra ragionare troppo davanti al portiere avversario. I calciatori sembrano bloccati, quasi timorosi, quando invece era proprio la sfacciataggine la chiave vincente. Tiri immediati, anticipi fulminei e azioni di prima erano il marchio di fabbrica, ma ora prevalgono esitazione e paura di sbagliare.
IL PASSATO DA RITROVARE - Ripensando alle partite contro Juventus ed Empoli, emergono tutte le qualità che oggi sembrano scomparse: determinazione, rapidità e coraggio. Retegui segnava angolando alla perfezione, Lookman sorprendeva difensori e portiere con soluzioni imprevedibili, De Ketelaere cercava costantemente il pallone e lo spazio per colpire. Tutto questo sembra un lontano ricordo.
DOMENICA CONTRO IL BOLOGNA: UNA FINALE - Ora l'Atalanta deve ritrovarsi immediatamente. Domenica contro il Bologna servirà ritrovare il coraggio e la spregiudicatezza perduti. Non basterà pressare o creare volume offensivo, servirà di nuovo l'istinto assassino davanti alla porta. È una partita che può cambiare la stagione, una vera finale per restare in corsa Champions.
IL MOMENTO DELLA VERITÀ - Se l'Atalanta vorrà restare grande, Retegui, Lookman e De Ketelaere dovranno tornare protagonisti, superare i propri blocchi mentali e recuperare la personalità perduta. Solo così il sogno Champions tornerà ad essere concreto. La Dea non può permettersi altri errori, né altre esitazioni. La parola ora passa al campo: l'Atalanta deve tornare ad essere l'Atalanta.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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