Quando competenza, passione e professionalità si incontrano, i risultati arrivano sempre. È il caso dell'Avvocato bergamasco Cesare Di Cintio, uno dei massimi esperti italiani di diritto sportivo, che il prossimo 5 maggio a Roma riceverà il prestigioso premio "Sport e Diritto" al Gran Galà del Calcio Adicosp. Un riconoscimento che esalta non solo la sua attività professionale, ma anche il valore del territorio bergamasco. Proprio nel suo studio DCF Legal, in via Tasso 31 a Bergamo, lo abbiamo incontrato per parlare del premio, dell'Atalanta e del futuro della società nerazzurra.
Avvocato Di Cintio, il 5 maggio sarà premiato al Gran Galà Adicosp. Quanto è importante per lei questo riconoscimento?
«Sono davvero orgoglioso, soprattutto perché si tratta di un premio assegnato direttamente dai direttori sportivi, persone che lavorano concretamente nel mondo del calcio, il mio mondo - confida in esclusiva a TuttoAtalanta.com -. È una grande soddisfazione professionale e personale. Dedico questo premio a Bergamo, la città dove tutto è iniziato, e naturalmente a tutte le persone che lavorano con me ogni giorno, in particolare le mie collaboratrici, che sono straordinarie: senza di loro non potrei raggiungere certi risultati».
Non è il suo primo premio di rilievo: l’anno scorso Milano Finanza l’ha nominata miglior avvocato italiano in diritto sportivo. Che differenza c’è tra i due riconoscimenti?
«Il premio dell’anno scorso aveva una valenza più ampia, abbracciava tutto lo sport italiano e internazionale. È arrivato dopo incarichi importanti e impegnativi, come il commissariamento della Lega Ciclismo per più di un anno e mezzo, con competizioni di livello mondiale, e il rinnovato accordo contrattuale di Manuel Locatelli con la Juventus. Il premio Adicosp invece, provenendo dal calcio, mi emoziona ancora di più: significa che chi opera direttamente sul campo ha riconosciuto il mio contributo e la qualità del mio lavoro».
Passando all’Atalanta, recentemente ha mostrato segnali incoraggianti con il successo sul Bologna. Come giudica la stagione fin qui?
«Ho visto un'Atalanta tornata a brillare, soprattutto nel primo tempo della gara con il Bologna: intensità altissima, gioco brillante e la capacità di essere letali, come da tradizione. Mi ha colpito Pasalic, che considero il vero leader tecnico della squadra, un giocatore intelligente e decisivo. L’infortunio di Kolasinac è una brutta tegola, ma credo che Toloi e gli altri sapranno rimediare, anche se sostituire Kolasinac non sarà semplice, vista la sua importanza in campo».
In tanti stanno mettendo in discussione Gasperini: quale è il suo parere in merito?
«Gasperini ha fatto cose straordinarie, ma per quanto sia importante e innegabile il valore del suo lavoro, non dobbiamo mai dimenticare che la vera forza di questa squadra è nella società. L’Atalanta ha dimostrato negli anni una capacità unica di gestire con equilibrio e lungimiranza momenti di difficoltà e di cambiamento. Gli allenatori, così come i giocatori, vanno e vengono, ma l’identità e la stabilità del club rimangono e fanno sempre la differenza».
L’Atalanta quindi come esempio di solidità gestionale?
«Esattamente. È facile criticare quando i risultati mancano, ma chi conosce da vicino la realtà bergamasca sa che questo club lavora con una programmazione rara in Italia. La società è il vero valore aggiunto: la forza della dirigenza, la capacità di reagire e migliorarsi continuamente anche dopo addii importanti. Per questo sono sempre ottimista sull’Atalanta».
Cosa significa per Bergamo vedere premiati professionisti come lei e il ds nerazzurro Tony D’Amico ?
«È la conferma che Bergamo è diventata una realtà sportiva di altissimo livello, che esprime professionalità e competenze capaci di affermarsi a livello nazionale e internazionale. Tony D’Amico merita ogni riconoscimento possibile, perché ha portato il club a risultati straordinari con una visione strategica eccezionale. Bergamo può e deve essere orgogliosa di queste eccellenze».
Qual è il messaggio che vuole lasciare ai giovani che aspirano a lavorare nello sport?
«Che il talento conta, ma la differenza la fa il lavoro, l’impegno quotidiano, e soprattutto la capacità di essere etici e corretti. Non è solo questione di competenza tecnica, ma anche di serietà umana e professionale. È questa combinazione che rende davvero grandi e che alla fine ti fa emergere».
Un messaggio chiaro, che vale nello sport così come nella vita: Bergamo, ancora una volta, dimostra di saper produrre non solo risultati, ma valori autentici e professionalità d’eccellenza.
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