Non è solo una questione di curriculum. Non si tratta neppure semplicemente di allargare gli orizzonti verso nuovi mercati. L’arrivo di John Murtough all’Atalanta è molto di più: rappresenta la conferma tangibile, concreta, definitiva che a Bergamo non hanno più intenzione di guardare al futuro dalla finestra, ma vogliono sedersi al tavolo principale, quello delle grandi d’Europa.

E in Europa, inutile girarci attorno, il cuore pulsante del calcio resta l’Inghilterra. Non soltanto per il fascino eterno della Premier League, ma per il peso economico, sportivo e mediatico che il calcio britannico continua a esercitare in tutto il continente. Ingaggiare uno come Murtough, reduce da undici intensissimi anni di esperienza nel cuore pulsante del Manchester United, equivale a una dichiarazione esplicita d’ambizione: la Dea pensa, ragiona e investe da grande club.

Non è un cambio di passo, perché il passo l’Atalanta lo ha cambiato già da tempo, piuttosto è un’accelerazione, un rilancio, la conferma di una strategia chiara e coraggiosa. Il curriculum del nuovo Director of Global Development parla da sé: dirigente a lungo nel settore giovanile, protagonista nella costruzione della squadra femminile dello United, primo storico direttore sportivo della società di Manchester. Non sempre tutto è andato nel migliore dei modi, è vero, e gli acquisti milionari e i risultati altalenanti dei Red Devils sotto la sua gestione sono lì a ricordarlo. Ma in queste storie non contano solo i risultati, conta soprattutto l’esperienza accumulata in un contesto tanto prestigioso quanto complesso.

Murtough arriva a Bergamo con un compito preciso: essere la figura-chiave per allacciare rapporti ancora più solidi con il mercato internazionale, inglese in primis. Un obiettivo che non è una semplice scelta di marketing, ma rappresenta un’esigenza tecnica, sportiva e gestionale. Non è un mistero che buona parte dei gioielli atalantini siano già nel radar dei grandi club di Premier. E non è nemmeno un mistero che, proprio dalla Premier League, negli ultimi anni siano arrivate offerte economicamente irrinunciabili che hanno permesso alla Dea di consolidarsi ai vertici italiani e di competere stabilmente in Europa.

Si tratta, in sostanza, di un’intelligente strategia preventiva. Il calcio moderno non ammette più improvvisazioni: per anticipare il mercato, bisogna viverlo dall’interno, conoscerne le dinamiche più nascoste, avere le connessioni giuste. Da oggi, l’Atalanta può vantare tutto questo.

Le famiglie Percassi e Pagliuca hanno deciso di puntare su un nome forte, un profilo che certifica una volta per tutte l’intenzione di proseguire con determinazione un percorso ambizioso. Il traguardo non è più solo quello della qualificazione in Champions, ma piuttosto la capacità di restarci stabilmente, di incidere sul mercato internazionale, di dettare regole invece che subirle.

In questo senso, l’arrivo di Murtough diventa simbolico: la Premier League non è più soltanto un modello lontano da ammirare con distacco, ma diventa una piattaforma da esplorare con intelligenza, anticipando mosse e trend. È il momento giusto per l’Atalanta di passare dalla semplice ammirazione alla concreta azione strategica. Bergamo parla inglese e lo fa con chiarezza, decisione e ambizione.

Perché la grandezza, si sa, comincia dalle scelte giuste. E questa, a prima vista, sembra esserlo davvero.

© foto di atalanta.it
Sezione: Calciomercato / Data: Gio 17 aprile 2025 alle 12:45
Autore: Lorenzo Casalino
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