C'è chi ride e c'è chi piange. Chi fa festa e chi non ha nulla da festeggiare. Certo, si sta parlando solo di una sfera che rotola, ma il pallone, nel Belpaese, è qualcosa di più di un semplice gioco. Ieri Bergamo si è colorata ancor più del solito di nerazzurro: una fiumana festante che si è riversata per le strade della Città dei Mille, per continuare la festa iniziata in un “Comunale” gremitissimo. Il fresco ritorno in Serie A, dopo un solo anno di assenza, colto anche grazie ad una società nuova e ambiziosa, acuta e lungimirante: si cantava, si ballava e si sognava. Già, l'Europa, con i tifosi che si sono lasciati andare a sogni ritenuti – solo 365 giorni fa – impossibili. E oggi, poco più di ventiquattr'ore dopo, a pochi chilometri da Bergamo è successo il contrario: il Brescia saluta la Serie A, conquistata lo scorso campionato dopo un purgatorio cadetto lungo cinque anni. Fatale la sconfitta, tra le mura amiche, contro il Catania, che ha matematicamente condannato le Rondinelle a volar basso e ritornare là, in B. È la dodicesima retrocessione, record assoluto: ed il prossimo, per il Brescia, sarà il 54esimo campionato cadetto. Un record pure questo.
Atalanta in A, Brescia in B. Permetteteci di un pizzico d'ironia, perché lo sfottò è l'essenza del calcio nostrano. La differenza tra la Dea e le Rondinelle è davvero elementare: A come Atalanta, B come Brescia.

Sezione: Serie BWin / Data: Dom 08 maggio 2011 alle 17:30
Autore: Luca Bonzanni
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