L'ex difensore Alessandro Gamberini, oggi vice-allenatore della Virtus Verona, ha parlato a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini.

Lei ha lanciato un allarme verso l'attività di base.
"Purtroppo è un allarme condiviso da tanti noi addetti ai lavori. Trovo sia necessario che si intraprenda una politica diversa per valorizzare i settori giovanili e insistere sul motivare i ragazzi a continuare con l'attività agonistica. Parlo da amante del calcio: per me è il gioco più bello del mondo, uno sport di gruppo e condivisione che ti insegna tante dinamiche anche nel rispettare le regole. Siamo indietro rispetto alle realtà di altre paesi, e lo dico da appassionato che ha giocato una vita: si vuole colmare il gap da sopra, ma la rivoluzione vera e propria deve partire da sotto. Mi auguro che l'anno terribile vissuto venga riconosciuto come l'anno zero per ripartire dai settori giovanili".

Uno dei problemi è nel passaggio da giovanili a prima squadra?
"Probabilmente sì. Credo fortemente che non sia dato il giusto spazio ai giovani, o che comunque non sia permesso l'ultimo step per affacciarsi nella prima squadra. Il famoso campionato delle seconde squadre potrebbe essere un'iniziativa per permettere ai ragazzi di formarsi. Qualcosa va cambiato, siamo ancorati a una mentalità vecchia e non solo. C'è forse anche poca attenzione al settore giovanile: da questo può ripartire il calcio italiano. Io ho avuto la fortuna di lavorare al Chievo U17 incontrando strutture di grande livello, anche se non ce ne sono tante in Italia. L'Atalanta, però, sta dimostrando a tutti come si può fare: grandissimo merito allo staff delle loro giovanili, di cui raccoglie i frutti la prima squadra. Spero che in tanti si convincano a rilanciare il calcio italiano ripartendo dal basso".

Come spiegarsi questo gap nelle competizioni europee?
"Ormai è certificato e in questo momento difficilmente colmabile. L'andamento è una testimonianza, un segnale. La partita che mi ha impressionato e che racchiude in sé il mio pensiero è Real Madrid-Atalanta: una squadra consolidata in Italia sempre tra le prime e capace di lottarsela con tutte, ha fatto tanta fatica e si è visto un gap qualitativo. Non so neanche dire se la Serie A sia così allenante, rispetto ad altri è un campionato meno competitivo. Non possiamo vivere di ricordi e dire che il calcio italiano è il più bello del mondo: magari lo è, ma gli altri paesi sono più avanti. Rimettiamoci in carreggiata e capiamo gli errori. C'è un mare lì sotto al quale attingere: dobbiamo aiutare questo potenziale a venir fuori".


TMW RADIO
Sezione: Altre news / Data: Lun 22 marzo 2021 alle 20:03
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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