Rinascere come l'Araba Fenice, sulle ceneri... del centrocampo. Da Vicenza, in quell'estate da definire magica solo a posteriori, arrivarono in due per tamponare le falle di un reparto da ricostruire. Daniele Fortunato, quello robusto e riflessivo, e lui, Eligio Nicolini, il trottolino tutto pepe e fantasia. Centosessantotto centimetri di scienza calcistica concentrata in un fisichino da sorrisetto malizioso, misure che in campo diventavano quelle di un gigante della professione. E il regista d'attacco di quella versione dell'Atalanta ormai elevata a mito intramontabile, sbarcato sotto il cielo nerazzurro nel lontano 1987 per riportare in auge una piazza che aveva appena smarrito la retta via, oggi compie cinquantuno anni da bergamasco onorario. 

Una bandiera legata a un periodo forse irripetibile, quello della Dea retrocessa a ninfetta nel limbo della cadetterìa ma capace, con Emiliano Mondonico nei panni dello stratega, di conquistarsi l'Olimpo del pallone durante una stagione a rincorrere la A e il sogno europeo. Una cavalcata in cui il nostro festeggiato speciale mise il suo sapiente e funambolico zampino, recitando in campo la parte del trascinatore. A segno su azione contro i greci dell'Ofi Creta nel 2-0 di Bergamo completato dal "Gas" Garlini, e dagli undici metri nella batosta casalinga inflitta ai quarti di finale allo Sporting Lisbona. Ma più di tutto, ciò che di lui è vivo nella memoria degli appassionati, dalle poltroncine alla Curva Nord, è il mix  irresistibile di velocità di pensiero ed esecuzione, tecnica e dedizione alla causa.

La stessa che gli permise di mettere insieme cifre non da poco, forse addirittura più grandi del mollichino che era: 35 presenze e 9 reti nel 1987/88 della risalita, 108 e altre 9 nel seguito al piano di sopra. Con due qualificazioni Uefa di fila annesse, tanto per gradire. Prima di lasciarci il cuore per una nuova, esaltante avventura professionale: come chioccia della Cremonese dei sogni di Gigi Simoni, un barlume di pulito per tutto il movimento calcistico nazionale direttamente dalla periferia dell'impero. Tre stagioni e uno spicchio, ed ecco la cessione alla Reggina per poi concludere nelle serie minori una carriera maiuscola, tra Crema, la nativa Omegna e la Grumellese, iniziata a casa e fortificata tra Terni e i Colli Berici. Ex allenatore degli Esordienti dell'Aurora Trescore, attualmente veste i panni di direttore tecnico del settore giovanile scolastico della Virtus Cusio, vale a dire dei ragazzi di età compresa tra i 5 e i 12 anni. Il richiamo della foresta, sul natìo lago d'Orta, per non dimenticare l'amore per quell'attrezzo di gioco che ancora oggi lo induce a tirare quattro calci con gli amici con la maglia del Berghem Soccer Team. In alto i calici, campione maiuscolo.

Sezione: Auguri a... / Data: Gio 19 gennaio 2012 alle 08:45
Autore: Simone Fornoni
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