Ci sono partite che più di altre certificano il valore di una stagione. Oggi, al Franchi, l’Atalanta non solo ha perso contro la Fiorentina, ma ha smarrito qualcosa di più prezioso: quella voglia di vincere e imporre gioco che l’aveva resa grande. È vero, c’era il sole, c’era la festa per Mondonico, c’era anche l’atmosfera giusta per un big match d’alta quota. Ma la Dea, svogliata e confusionaria, non ha saputo entrare in sintonia con l’occasione.

Una sola vera occasione in novanta minuti è il bilancio povero, troppo povero, per una squadra che ambisce alla Champions. Kean, che avrebbe dovuto essere l’uomo da fermare a tutti i costi, invece ha fatto il bello e cattivo tempo, rubando a Hien pallone e sogni nerazzurri con una facilità disarmante. L’Atalanta non ha mai dato la sensazione di poter ribaltare il risultato, nemmeno quando la Fiorentina ha abbassato la guardia, chiudendosi in trincea nella ripresa.

Gasperini ha provato a cambiare uomini, forse anche troppo, togliendo Lookman e Retegui proprio quando serviva coraggio, cinismo, peso offensivo. Il risultato è stato l’esatto opposto: tanta confusione, nessun guizzo, zero tiri nello specchio. Una squadra senz’anima che si è arresa troppo presto, lasciando l’impressione di non credere fino in fondo ai propri mezzi.

La Fiorentina non ha rubato nulla, anzi. Ha vinto con grinta, tenacia e meritata convinzione. All’Atalanta, invece, serve un bagno di umiltà e una riflessione profonda. Perché i grandi traguardi, senza la fame che questa squadra sembra aver smarrito, restano solo illusioni.

Sezione: Copertina / Data: Dom 30 marzo 2025 alle 17:27
Autore: Lorenzo Casalino
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