In un calcio dominato dai milioni, dove spesso il mercato si traduce in un’esibizione di forza economica, c’è chi continua a dimostrare che le idee valgono più del denaro. È un messaggio rivoluzionario, ma che da anni trova casa a Bergamo, dove l’Atalanta è diventata il manifesto di un calcio costruito sulla visione e sull’intelligenza, più che sugli assegni a sei zeri. E il caso di Mateo Retegui è solo l’ultimo capitolo di una storia che sa sempre come stupire.
RETEGUI: DA SCOMMESSA A CERTEZZA
Quando in estate la Dea ha scelto di investire parte dei 60 milioni incassati dalla cessione di Koopmeiners su un attaccante che al Genoa aveva segnato solo sette gol, in molti hanno storto il naso. Ma l’Atalanta non si è mai lasciata condizionare dai giudizi facili. L’intuizione era chiara: Retegui non era solo un nome, era un progetto. E i numeri gli hanno dato ragione. Oggi, con 12 gol in 13 presenze, l’italoargentino è non solo il capocannoniere della Serie A, ma anche il simbolo di una squadra che sa trasformare i potenziali in certezze.
«Lavorare con Gasperini è come entrare in un’accademia calcistica», ha dichiarato Retegui dopo l’ennesima doppietta. Ed è proprio questa la chiave: a Bergamo, i giocatori non vengono solo acquistati, ma vengono cresciuti, forgiati, trasformati. Retegui non è un miracolo isolato, è il prodotto di un sistema che sa come valorizzare il talento, plasmarlo e portarlo al massimo livello.
LEZIONI DA BERGAMO: IDEE E LUNGIMIRANZA
Il successo dell’Atalanta non è un caso, ma il frutto di una filosofia che molti club in Europa stanno cercando di emulare. Non si tratta solo di Retegui. Ogni acquisto, ogni cessione, ogni scommessa che la Dea decide di fare è parte di un mosaico più grande. A Bergamo, l’obiettivo non è mai stato quello di competere sul piano economico, ma su quello intellettuale. È questa la differenza che rende l’Atalanta unica, un modello che Lazio e Fiorentina stanno provando a seguire, ma che nessuno riesce a replicare completamente.
IL CALCIO COME PROGETTO
La vittoria dell’Atalanta non si misura solo in gol e punti, ma nella capacità di dimostrare che una buona idea ha un valore inestimabile. Mentre club come il Real Madrid o il Manchester City affrontano problemi di gestione nonostante le loro infinite risorse, la Dea continua a stupire. Non ha bisogno di Mbappé o Gundogan, perché ha trovato in Retegui e De Ketelaere gli uomini giusti per alimentare una macchina che sembra non fermarsi mai.
E forse, il calcio di domani appartiene a chi sa pensare, a chi sa costruire con intelligenza e visione. L’Atalanta non è più un’eccezione: è un esempio. E, con ogni gol di Retegui, ci ricorda che il vero valore non sta nei milioni spesi, ma nelle idee che li guidano.
Autore: Lorenzo Casalino / Twitter: @lorenzocasalino
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