In una recente intervista esclusiva rilasciata alla trasmissione "A come Atalanta" su Teleclusone condotta da Alberto Porfidia, l'ex allenatore dell'Atalanta Gigi Delneri ha condiviso le sue opinioni su vari aspetti del calcio contemporaneo e sulla recente performance dell'Atalanta. Ecco alcuni estratti salienti dell'intervista evidenziate da TuttoAtalanta.com
Mister Del Neri, come valuta l'ultimo pareggio dell'Atalanta contro l'Udinese, soprattutto in seguito al gol al 92' di Ederson?
"L'Atalanta ha mostrato grande resilienza. Nonostante non fosse una delle loro migliori partite, hanno saputo approfittare di un errore cruciale dell'Udinese. Questo dimostra la forza di una squadra che non molla mai, uno spirito che Gasperini ha saputo infondere."
Qual è il suo parere sulla gestione della squadra da parte di Gasperini, soprattutto in confronto con la sua esperienza?
"Gasperini ha fatto un lavoro eccezionale con l'Atalanta, mantenendo la squadra sempre concentrata e pronta a lottare fino all'ultimo secondo. Anche io ho cercato di promuovere un calcio propositivo e aggressivo, ma Gasperini ha portato la squadra a un altro livello."
Lo Scamacca di Bergamo è più uno Zampagna, un po' più tecnico, o un Floccari, un po' più fisico?
"Scamacca è un'animale da area di rigore: è molto veloce nelle esecuzioni in area di rigore e molto rapido nonostante la statura, a trovare l'impatto con la palla. Non è un giocatore alto e lento, ma un giocatore di struttura che ha la capacità di girarsi velocemente, essendo un attaccante moderno che può lavorare fisicamente ma anche tecnicamente. È un giocatore importante nel panorama italiano, non solo per l'Atalanta."
Quali sono i giocatori fondamentali di quest'Atalanta secondo lei?
"Sicuramente i de Roon, Toloi sono figure necessarie... direi imprescindibili per lo scacchiere dell'Atalanta di Gasperini, per esperienza e carisma per l'ambiente nerazzurro e lo spogliatoio".
Mister, come valuta l'importanza di un portiere all'interno della squadra e questo dualismo tra Musso e Carnesecchi?
"Il portiere è fondamentale in ogni squadra. Non è solo l'ultima linea di difesa, ma spesso è il primo giocatore a iniziare l'azione offensiva. Un buon portiere deve avere eccellenti riflessi, un'ottima visione di gioco e deve essere in grado di comunicare efficacemente con la difesa. Musso o Carnesecchi? Non rispondo - riflette l'ex mister -, sicuramente bisogna scegliere un titolare e un secondo, la vedo così e non li metterei in competizione. Un portiere è meglio che pari, non prediligo portieri che giocano coi piedi dal basso, soprattutto portieri di statura alta che possono andare in difficoltà nell'impostazione dalle retrovie".
Come vede il confronto tra lei e altri allenatori come Simone Inzaghi?
"Ogni allenatore ha il proprio stile. Io e Inzaghi, ad esempio, abbiamo approcci differenti, ma entrambi miriamo a valorizzare i nostri giocatori. Il calcio italiano sta crescendo, e vedo molti allenatori emergenti con idee innovative e propositive."
Secondo lei, qual è la chiave per avere successo nel calcio moderno?
"La chiave è la valorizzazione dei giocatori. Un allenatore deve essere in grado di trasmettere le proprie idee e far sì che i giocatori le esprimano sul campo. Il calcio è cambiato, ma la passione e la dedizione rimangono fondamentali."
Quali sono le principali sfide per le squadre nel calcio attuale, soprattutto per quelle come l'Atalanta che competono a livelli elevati?
"Le squadre devono saper gestire sia la pressione sia le aspettative elevate. L'Atalanta, ad esempio, è ormai una squadra che viene rispettata e temuta. Questo cambia il modo in cui gli avversari si preparano e si comportano in campo."
Come vede il futuro dell'Atalanta e del calcio italiano in generale?
"Vedo un futuro luminoso. L'Atalanta ha tutte le carte in regola per continuare a competere ad alti livelli, e il calcio italiano sta attraversando una fase di rinascita con molti giovani talenti e idee fresche."
Mister Del Neri, qual era la filosofia di gioco che ha implementato durante il suo periodo all'Atalanta?
"La mia filosofia all'Atalanta era basata sull'essere propositivi e aggressivi. Cercavo di promuovere un calcio appagante e offensivo, con una difesa alta e un forte orientamento all'attacco. Era importante per me che la squadra esprimesse un gioco dinamico e coinvolgente."
"Come ha valorizzato giocatori come Floccari, Zampagna e Doni durante la sua gestione?
"Ho sempre creduto nel potenziale di ogni giocatore. Con Floccari, ad esempio, ho lavorato per valorizzarlo oltre le aspettative, enfatizzando le sue qualità in attacco. Zampagna e Doni erano parte integrante del nostro attacco, e ho cercato di sfruttare al meglio le loro abilità per rafforzare il nostro gioco offensivo."
Qual è stato il suo approccio nel promuovere giovani talenti come Bonaventura e Zaza?
"Il mio approccio verso i giovani talenti era incentrato sull'offrire opportunità e sull'incoraggiare la loro crescita. Far esordire giocatori come Bonaventura e Zaza faceva parte della mia visione di sviluppare il futuro del club, dando loro la possibilità di dimostrare le loro capacità e di crescere in un ambiente competitivo."
Come ha contribuito a cambiare l'identità dell'Atalanta durante la sua gestione?
"Durante la mia gestione, ho cercato di trasformare l'Atalanta da una squadra nota principalmente per la sua grinta a una più focalizzata sul gioco bello e sull'essere propositiva. Era importante per me che l'Atalanta non solo lottasse in campo, ma mostrasse anche qualità nel gioco, creando un calcio che fosse piacevole da guardare e che esprimesse al meglio le qualità tecniche dei giocatori."
© Riproduzione riservata
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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