Tutti si lamentano del Var, nessuno escluso. Per anni c'è stata la lamentela verso chi dirigeva, cioè l'arbitro in campo, costretto a prendere una decisione in pochi millesimi di secondo. Ora la colpa è di chi guarda al televisore: quando richiama l'arbitro è perché richiama l'arbitro, quando non interviene è perché non interviene. Ieri il capo degli arbitri, Antonio Zappi, ha parlato così. "Poi parlo del fallo di mano: esiste l'area della soggettività, non c'è un parametro codificato che ci dice al 100% di poter prendere una decisione oggettiva. L'obiettivo è arrivare a ridurre le zone di interpretazione soggettiva, questo è il concetto di opinabilità".

Il problema è che è tutto una polemica. Pure quando è oggettivo, come il fuorigioco. Ci sono tre centimetri di fuorigioco? La risposta è sempre la stessa. "Non è più calcio". Detto che gli episodi vanno e vengono, la polemica inizia anche quando non c'è più soggettività, ma solo dal punto di vista personale. È giusto sezionare un'azione per vedere se qualcuno ha sfruttato tre centimetri di fuorigioco? Se la risposta è no, allora vuol dire che ci saranno sempre polemiche, solo strumentali, per parlare di episodi e non di quanto successo in campo, dando la colpa agli altri.

Ora la crociata è contro il Var perché prometteva, in un colpo di spugna, di lavare tutti gli errori e i problemi. Poi però dietro al monitor ci sono arbitri ed ex arbitri che hanno una visione soggettiva della singola situazione. Nei primi tempi del Var gli arbitri rivendicavano un indipendenza di giudizio. La situazione è cambiata sì e no: ora c'è semplicemente un altro capro espiatorio da fare a pezzi per non parlare di chi giudica. O di chi gioca.

Sezione: Altre news / Data: Ven 14 febbraio 2025 alle 12:30 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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