La grande esperienza da calciatore di Thiago Motta aveva fatto illudere anche chi verga queste righe: 'è pronto per la Juventus'. 'E' l'uomo giusto'. Invece sta pagando ancora inesperienza e forse ancora le 'scorie' da grande leader e giocatore di carattere, da trascinatore, col numero sulle spalle. Anche a La Spezia e a Bologna ha avuto scontri frontali senza far sconti a nessuno. Però quella che avevamo scambiato per straordinaria personalità si è trasformata nell'incapacità di accettare, digerire e gestire i giocatori d'esperienza. E altro che 'senza sconti': la gestione dei giocatori, dura, tosta e tranchant, ha creato anche dei casi economici alla Juventus che vede deprezzati dei suoi capitali.

Motta è così, prendere o lasciare. Prima di mal interpretare queste righe: è un allenatore che come pochi altri in Europa, non solo in Italia, ha una filosofia moderna di gioco. Ha idee e capacità di leggere l'avversario e studiare da questo un piano partita dedicato per i suoi e per fermare gli altri. Ha saputo adattare la Juventus ai nuovi acquisti, da quando è arrivato Randal Kolo Muani che molto più s'adatta alle sue idee, i possessi sono vertiginosamente diminuiti per tempo e durata. E' un trasformista che farà grande carriera, però altro che smussare gli angoli. Deve fare un esame di coscienza e capire, con sommo ed enorme rispetto per le dimensioni che ha vissuto e allenato in passato, che la Juventus è un'altra cosa.

Per questo per adesso non si sta dimostrando all'altezza della Juventus. La gestione di presente e futuro di Federico Chiesa e di Wojchech Szczesny, di Danilo e pure di Dusan Vlahovic, lo racconta come un allenatore che non è un aziendalista e quando vai dritto come un carrarmato, oltre i bilanci, oltre le minusvalenze, allora hai un obbligo. I risultati. Kenan Yildiz invece è triste, non sta riuscendo a trovargli un ruolo tattico e una dimensione che possa esaltarne le qualità. Andrea Cambiaso sembra la brutta copia di quello visto in passato, e sono solo due dei grandi capitali che hanno già dimostrato di valere altro rispetto a questo. Vlahovic è certamente un caso a parte, perché è stato totalmente incapace anche solo di provare ad adattarsi a ritmi e schemi mottiani ma pure l'allenatore non ha mai trovato un abito giusto per il serbo.

Il messaggio per i naviganti vale anche per la dirigenza guidata da Cristiano Giuntoli: non scelga solo con l'allenatore ma faccia capire a Thiago Motta che talvolta deve accettare e gestire delle scelte del club. Perché il progetto della Juventus ha visto arrivare fior di talenti e di giocatori che possano costruire un futuro. Però a che prezzo? Non c'è un vero leader di spessore europeo, giocatori di grandissima personalità che possano prendere per mano la Juventus nei momenti di difficoltà. Di Gregorio dal Monza, Kalulu giovane prestito dal Milan, Savona dalle giovanili, Gatti dal Frosinone che sta diventando leader ma è work in progress. Kelly e Veiga non sono Walker, Douglas Luiz non è mai satato un trascinatore e pure Thuram e Koopmeiners, e pure McKennie e Nico Gonzalez, e così via andando gli altri giovani, da Mbangula a Conceicao. Tutti 'trascinati' ma poi nei momenti bui, difficili, come in Champions con il PSV Eindhoven, ecco lo scotto. Motta ha scelto questa strada e la Juventus, con grande fiducia e idee chiare, lo ha seguito e assecondato. Cambi rotta, l'allenatore in primis, smussando gli angoli e capendo che in bianconero servono altri leader e condottieri in campo. Che non può esserlo lui, che non è più giocatore. Altrimenti il futuro rischia di essere più nero che bianco…

Sezione: Altre news / Data: Sab 22 febbraio 2025 alle 12:00 / Fonte: Marco Conterio per TMW
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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