La classifica è buona, andiamo in pace fratelli. Anzi no: pensiamo a quello che abbiamo visto nell’ultimo, complicatissimo, mese di dicembre e prepariamoci a un mercato che dovrà essere di alto livello. Niente scuse stavolta, se il club vorrà restare in alto.

Sul campo dopo lo choc di Bove è cominciato un altro film, su 6 partite la Fiorentina ne ha perse 3 cercando di convincersi che fosse tutto come prima, giocando con lo stesso modulo e adattando calciatori fuori ruolo (primo fra tutti Beltran, ma anche Colpani ha dovuto dedicarsi principalmente alla fase difensiva). Adli e Cataldi si sono trovati spesso in inferiorità numerica e in generale la copertura ha perso le distanze che permettevano alla squadra di gestire il recupero palla con un cinismo da manuale calcistico, con ripartenze verticali vincenti. Poi, se il portiere para tutto e il centravanti segna sempre, è un gran bel vivere. Ma purtroppo certi equilibri magici si possono guastare se manca una rotella fondamentale dell’ingranaggio (Bove) e la squadra viene investita da una tempesta sentimentale che la sovrasta facendole perdere serenità.

Bisognerebbe a quel punto avere la capacità e il coraggio di cambiare qualcosa, senza però adattare giocatori a riempire ruoli che non sono i loro nel tentativo di replicare un originale che non c’è più.

E invece, anche ieri sera abbiamo rivisto un 4-2-3-1 che è rimasto lo stesso anche dopo i cambi, mentre l’Udinese aveva capito che fare mucchio e ripartire sarebbe stato sufficiente per non correre troppi pericoli. La Fiorentina stava improvvisando un assedio senza aumentare la forza in attacco. Ora, non è che il centrocampo a 3 possa essere la soluzione temporanea a tutti i problemi, ma certamente è un peccato annotare il solito superuso di Adli (sempre meno verticalizzazioni, perché deve fare due mestieri) e la stanchezza progressiva di Cataldi. Da chi dovrebbero essere aiutati per restare lucidi, da Sottil travestito da Bove nelle diagonali difensive? Oppure da Beltran, al quale mancano la capacità di saltare l’uomo lungo la linea e l’intelligenza tattica per saldare le distanze laddove partono le imbucate?

La verità poi è che, a proposito di cambi, le sostituzioni quando sono ‘scolastiche’ aggiungono davvero poco, anzi come ieri sera abbassano la qualità: Mandragora per Adli, Ikoné per Colpani, Kouame per Sottil, Parisi per Gosens. Aggiungiamoci anche Gudmundsson (sotto tono) per Beltran e il quadro è completo, almeno in termini tattici di assetto. Aggiungiamo che Kayode certamente non è Dodò, così completiamo un chiaro abbastanza chiaro per chi vuol capire. La Fiorentina non ha saputo cambiare faccia contro l’Udinese, che al contrario sapeva esattamente che cosa fare per non subire troppi danni.

In questo Palladino dovrà migliorare, ha già superato un esame di maturità facendo fuori il capitano (dopo 7 giornate) da una improbabilissima difesa a 3, poi ha creato un assetto che ha permesso alla Fiorentina di giocare buonissime partite, alcune spettacolari (Roma, Lecce) e altre da squadra vera (Genoa, Torino, Como), ma è arrivato il momento di un ulteriore salto di fantasia in attesa di un mercato che dovrà dimostrare la voglia di crescere da parte del club.

Sezione: Le Altre di A / Data: Mar 24 dicembre 2024 alle 10:30 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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