Giacomo Raspadori avrebbe voluto salutare il Napoli a gennaio. Ha chiesto la cessione perché, negli equilibri di Antonio Conte, non era il dodicesimo uomo. Ma nemmeno il tredicesimo o il quattordicesimo, considerato che Neres veniva prima di lui sulla linea dei trequartisti, Simeone per gli attaccanti. Raspadori era praticamente equiparato a Ngonge, anche lui quasi mai utilizzato dal tecnico. Basti pensare al minutaggio che finora ha avuto in campionato: 13 presenze e 310 minuti, di fatto tre partite e mezzo.

Non un minutaggio per chi vuole essere convocato in Nazionale. Soprattutto se sei inseguito anche da altri club come la Roma - in un ipotetico scambio con Pellegrini, non andato in porto - ma anche la Juventus, alla ricerca di una punta atipica e che avrebbe affondato per Raspadori se Danilo fosse finito in azzurro. Niente Milan, intenzionato a puntare su un altro tipo di giocatore (Santi Gimenez, sì, ma anche Joao Felix) oppure Atalanta che ha deciso di non inserire un'altra punta in organico, con sommo dispiacere del tecnico Gasperini.

Ora però c'è un problema. Perché dopo l'addio di Kvaratskhelia, Raspadori si trova davanti a un bivio. O diventare il dodicesimo uomo, prendendo il posto di Okafor e Simeone in tutte le rotazioni, oppure aspettare solamente il mercato di giugno, in attesa di un'altra chance. Quella che non ha avuto a gennaio, nonostante avesse chiesto la cessione.

Sezione: Le Altre di A / Data: Mar 11 febbraio 2025 alle 16:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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