L’Atalanta voleva la vittoria, ma alla fine è arrivato solo un pareggio che lascia l’amaro in bocca. Uno 0-0 pesante, che sa quasi di sconfitta, e che rischia di trascinarsi strascichi e polemiche almeno fino alla sfida di ritorno contro il Bruges. La rabbia di Isak Hien, esplosa nel finale dopo l’ennesima perdita di tempo avversaria, è l’emblema di una gara frustrante e difficile da digerire.
Gian Piero Gasperini ha varato un ampio turnover - commenta Pietro Serina sul Corriere di Bergamo - , scelta che ha diviso la tifoseria e che continuerà a far discutere. Ma più che le assenze dei titolarissimi, è mancata la precisione nell’ultimo passaggio. E forse, anche un pizzico di quel carattere feroce che dovrebbe essere il marchio di fabbrica di una squadra con ambizioni importanti come l’Atalanta.
UNA PARTITA CHIUSA, SENZA IDEE E SENZA SPUNTI
Il Cagliari di Nicola si è presentato al Gewiss con un unico obiettivo:bloccare il gioco, chiudere ogni spazio e portare via un punto prezioso. Missione compiuta. L’Atalanta ha cercato in tutti i modi di aggirare il muro difensivo rossoblù, ma la manovra è stata prevedibile, con pochi lampi e ancor meno pericoli per la porta avversaria.
Più che la mancanza dei titolari, è mancata la lucidità nel rifinire le azioni, quell’ultimo passaggio che avrebbe potuto scardinare la difesa sarda. E, quando è servito un guizzo per cambiare il ritmo della partita,nessuno ha saputo accendersi fino all’ingresso in campo dei "big".
IL VERO PROBLEMA? IL CARATTERE
Oltre alle difficoltà tecniche e alle scelte di formazione, c’è un aspetto che ha pesato più di ogni altra cosa: l’atteggiamento. L’Atalanta non è mai mancata per intensità, ma ieri è sembrata spenta, con poca cattiveria agonistica e senza quella rabbia che serve per vincere certe partite chiuse.
Chi ha giocato meno in stagione aveva l’occasione di mettersi in mostra, di dimostrare di poter essere una risorsa importante per la squadra. Ma la risposta, in troppi casi, è stata insufficiente. Non si tratta di errori tecnici, quelli nel calcio ci stanno. Il problema èla capacità di reagire, di buttarsi tutto alle spalle e rialzarsi subito.
L’unico a incarnare questo spirito è stato proprio Isak Hien, autore di una prova solida e convincente, che ha riscattato la brutta serata di Bruges. Lo svedese ha preso in mano la difesa, neutralizzando l’ex Piccoli e facendosi sempre trovare pronto nelle chiusure.
I GIOVANI NON POSSONO ESSERE I SALVATORI
Se la mancanza di esperienza e personalità ha pesato, non si può però pretendere che siano i giovani come Palestra e Vlahovic a cambiare la partita. Gettarli nella mischia in situazioni del genere è un'arma a doppio taglio: hanno bisogno di tempo, di fiducia e di pazienza per crescere.
Il salto tra la Serie C e la Serie A è enorme e non si può pensare che basti qualche buona prestazione per colmare il divario. Servirà aspettarli e accompagnarli nel percorso di crescita, senza caricarli di responsabilità troppo pesanti.
ORA SERVE UNA REAZIONE IMMEDIATA
Il pareggio contro il Cagliari è una battuta d’arresto, ma non un colpo fatale. L’Atalanta è ancora padrona del proprio destino, ma deve reagire subito. Il ritorno contro il Bruges è dietro l’angolo e servirà una squadra molto diversa da quella vista al Gewiss.
L’Atalanta di Gasperini ha dimostrato più volte di saper ripartire dopo momenti difficili. Ora sta ai nerazzurri ritrovare la loro identità, quella di una squadra aggressiva, feroce e sempre pronta a dominare il gioco. Perché, se vuole davvero competere ai massimi livelli, non può permettersi altre serate come questa.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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