L'Atalanta arriva al cinema con un film destinato a entrare nel cuore dei tifosi. In occasione dell'uscita di «Atalanta. Una vita da Dea», prevista fra cinque giorni, il regista Beppe Manzi ha concesso una lunga intervista a L’Eco di Bergamo, svelando i retroscena della pellicunla che ripercorre la settimana più incredibile della storia nerazzurra: le due finali del maggio 2024. In questa prima parte dell'intervista, Manzi ci guida dietro le quinte della sua opera, tra emozioni, scelte difficili e aneddoti sul set. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com 

Partiamo da qui: che cosa l'ha spinta a decidere di realizzare un film sull’Atalanta?
«La scintilla si è accesa a Liverpool. Quella notte ad Anfield, dopo la vittoria della Dea, la squadra che intona “Bergamo, Bergamo” davanti agli spalti vuoti mi è sembrata subito una scena da cinema. Emozioni troppo forti per non trasformarle in qualcosa di indelebile».

A un certo punto avete iniziato le riprese senza sapere come sarebbe andata a finire. Una scommessa rischiosa?
«Un rischio enorme. Quando la squadra ha raggiunto le semifinali, abbiamo colto un parallelismo fortissimo con la storica annata del Malines. In Officina della Comunicazione abbiamo capito che stavamo assistendo a un momento unico: due finali in una settimana erano qualcosa che dovevamo raccontare assolutamente».

Quanto materiale avete girato in totale, considerando anche le interviste?
«Abbiamo raccolto un totale di circa 5 ore di girato. La prima versione del film durava 160 minuti, poi è stata ridotta ai 100 definitivi. Un lavoro complesso e faticoso, ma ne è valsa la pena».

È stato difficile scegliere cosa eliminare?
«Molto. Ho sofferto particolarmente nel tagliare alcune scene girate in città, come quelle con Stromberg e i tifosi in Città Alta. Avrei voluto dare più spazio a Bergamo, ma il formato cinematografico non lo permetteva».

C’è un momento specifico che secondo lei rappresenta il senso del film?
«Senza dubbio il passaggio di Gasperini in cui spiega che non è un trofeo a definire un percorso come vincente. Detto in un film che celebra proprio una vittoria, assume un significato profondo e descrive perfettamente lo spirito dell’Atalanta».

Ha avuto un modello o un riferimento nello stile di racconto?
«Abbiamo cercato di dare un’impronta simile a quella di “Sfide”, il celebre programma sportivo della tv italiana, anche se lì c’era una sola voce narrante, mentre nel nostro caso il racconto è affidato a più protagonisti. Ma la logica è quella: narrare una grande impresa sportiva».

Sarà possibile vedere questo film anche all’estero o sulle piattaforme di streaming?
«Ci stiamo lavorando - rivela Manzi -. In questi giorni attendiamo notizie ufficiali, e speriamo davvero di poter portare la storia dell’Atalanta e la città di Bergamo oltre confine. Sarebbe motivo di grande orgoglio per tutti noi».

© foto di youtube.com/@AtalantaBC
Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 09 aprile 2025 alle 22:05
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print